Chi è la personaggia? Da dove nasce questo neologismo? Quale esigenza sostanzia la sua creazione? Si tratta del neologismo nato dall’intuizione di Maria Vittoria Tessitore e introdotto dalla Società Italiana delle Letterate (Sil) per identificare personaggi femminili dell’immaginario letterario. A seguito del convegno nazionale tenutosi a Genova nel 2011 sono nate riflessioni, dibattiti, ulteriori convegni e l’orientazione teorica per ulteriori seminari che hanno dato vita al volume appena pubblicato per Iacobelli editore intitolato L’invenzione delle personagge (pp. 216, euro 14,90) a cura di Roberta Mazzanti, Silvia Neonato, Bia Sarasini.
Nell’orizzonte letterario parlare di personaggia costituisce una scelta che presuppone una nuova significazione del suo ruolo, l’introduzione di parametri di analisi alternativi e l’apertura verso una prospettiva di studio delle produzioni letterarie secondo l’angolazione della differenza sessuale e del genere. La personaggia può essere delineata dall’autrice e dall’autore in terza persona oppure da una «io femminile», e in tal senso la scrittura può diventare un atto di affermazione, di rivolta, di espressione e di esposizione del sé al mondo.

Parlare di personaggia rappresenta la scelta di direzionarsi verso una categoria di analisi che comporta la cognizione consapevole delle identità di genere e il riconoscimento di nuovi punti di riferimento in seno alla lingua, alla narrazione e al pensiero. Per sostanziare e affermare l’esistenza di questa nuova categoria le modalità degli interventi partono da una prospettiva d’analisi dichiarata: è la passione per la lettura a guidare le analisi ed è la passione per le personagge che accomuna le scrittrici, le studiose e le donne presenti. Essa costituisce il motore della costruzione di questo eterogeneo volume.
L’identificazione, l’amore, l’appassionamento, la fascinazione, il turbamento, l’ambivalenza, il perturbante costituiscono i caratteri dominanti che percorrono gli interventi e che si alternano nelle interviste, nei dialoghi e nelle voci-scritture.

Il volume si struttura secondo un’architettura rizomatica. Chi percorre il rizoma, noi lettrici e lettori, partecipa alla costruzione della lettura del testo: non è necessario cominciare a leggere dall’inizio e la mappa delle possibilità ci porta dove vogliamo arrivare, o anche dove non sappiamo, secondo infinite scelte di percorso.
Numerosi sono i saggi e le autrici coinvolte nella loro stesura: oltre alle stesse curatrici anche Ester Armanino, Clotilde Barbarulli, Liana Borghi, Anna Maria Crispino, Maria Rosa Cutrufelli, Anna D’Elia, Maria Barbara Della Polla, Alessandra Fabbri, Monica Farnetti, Annamaria Fassio, Laura Fortini, Valeria Gennero, Anilda Ibrahimi, Emilia Marasco, Chiara Mezzalama, Gabriella Musetti, Francesca Pasini, Rosella Postorino, Claudia Priano, Lidia Ravera.

Dopo l’introduzione si potrà per esempio scegliere di cominciare in medias res, ovvero gettarsi curiosamente nella lettura delle interviste suscitate dal questionario ideato da Nadia Setti ad autrici quali Chiara Ingrao, Dacia Maraini, Laura Pariani, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Silvia Ricci Lempen, Clara Sereni e Valeria Viganò, per citarne solo alcune. Si potranno leggere le risposte e i loro commenti, ora in merito alla creazione delle personagge che animano i loro scritti, ora circa la loro personaggia o le loro personagge d’elezione; si potrà assistere poi ad una tavola rotonda durante la quale alcune scrittrici dibatteranno riguardo al senso e all’utilizzo della parola personaggia e sulle necessità e gli esiti di una sessuazione del verbo letterario.

Attraverso il sistema delle interviste e degli scambi dialogici si assiste alla costruzione a più mani di un indice delle figure femminili emerse nel panorama della letteratura, prima e dopo il femminismo. Le relazioni tra autrici, narrazioni e personagge esplicitano i modi della pratica della scrittura, ma anche quelli secondo cui si costituisce l’immaginario e la memoria delle lettrici. Da questo sistema relazionale si aprono i percorsi verso inedite figurazioni e le transazioni fra l’io, i luoghi e le forme attraverso cui si costruiscono queste multiple triangolazioni. Le personagge e la lettura che noi ne facciamo si costituiscono in relazioni di contiguità con il mondo, gli oggetti, gli animali e la Storia, secondo nuovi sistemi di azione e nuovi orizzonti performativi.

Le personagge non sono subordinate alle astratte sfere d’azione, esse costituiscono i soggetti dell’azione e si costituiscono come soggetti a più voci, in mutazione, multipli, ambivalenti e spesso in transito. Un esempio in tal senso è rappresentato da Modesta, de L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, alla quale è dedicata una sezione del volume. Plurime sono le voci di questa personaggia in trasformazione, la quale percorre l’intero Novecento italiano e la cui ambivalenza si manifesta nella sua arte di desiderare, nella sua volontà di gioire e di affermare sé e il suo genere; il suo appassionato desiderio di affermazione e di vita può passare anche attraverso la morte, secondo dinamiche proprie della tragedia classica e di altre personagge a lei madri, sorelle o maestre