«Un paradigma vivente della trasversalità che la musica di ricerca stava sviluppando negli anni settanta»: così, con i suoi interessi che lo portavano a spaziare – anche letteralmente, girando per l’Europa – dal jazz alla musica improvvisata alle forme non convenzionali di musica contemporanea, appariva all’epoca Roberto Masotti: lo ha ricordato il musicologo Veniero Rizzardi presentando la nuova edizione, pubblicata da seipersei, di You Tourned The Tables On Me, un volume emblematico dell’attività di Masotti, centoquindici ritratti di musicisti – da Brian Eno a Berio, da Braxton a Cage – realizzati fra il ’74 e l’81 tenendo come filo conduttore un tavolino come attrezzo di scena e reagente del loro modo di proporsi davanti alla macchina fotografica.

IL TITOLO, adottato da Masotti con una piccola modifica (tourned invece di turned, con allusione sia alla forma tonda del tavolino che a «tour»), fu suggerito da Steve Lacy, ed era quello di una vecchia canzone cantata anche da Billie Holiday e da Ella Fitzgerald. E l’interpretazione di You Turned The Tables On Me proposta da Blend 3, originale gruppo del contrabbassista Andrea Grossi con la cantante Beatrice Arrigoni, è stato uno dei momenti più toccanti di Terre incognite, il concerto che domenica al Teatro Alighieri dopo la presentazione del libro ha reso omaggio a Masotti, nato a Ravenna, poi a Milano dal ’74, e mancato prematuramente nell’aprile scorso, dopo una carriera in cui ha collaborato con la Ecm, ha realizzato libri dedicati a Stratos e agli Area, a Jarrett, a Cage, a Battiato, ed è stato per anni, assieme alla moglie Silvia Lelli, fotografo ufficiale della Scala. Aperto da Martin Mayes, che come in un suggestivo richiamo ha suonato sotto il portico del teatro un lungo corno delle Alpi, Terre incognite si è snodato con una serie di brevi set dalle sei del pomeriggio a mezzanotte, offrendo un vivido microcosmo delle forme musicali amate da Masotti.

AZZECCATO cominciare con il jazz da cui, dopo un primo interesse per il rock, Masotti era partito nel ’69 muovendo i primi passi come fotografo: con il Mingus di Remember Rockefeller at Attica Roberto Ottaviano, sax soprano, e Alexander Hawkins, pianoforte, hanno riportato allo slancio musicale e alla carica contestataria del jazz anni settanta, in cui tanti grandi erano ancora sulla scena. Con Patrizio Fariselli, storico membro degli Area, al pianoforte, e Stefano Fariselli al soprano, ecco toccato uno dei focus dell’attività di Masotti. Poi, in solo alla tuba, Giancarlo Schiaffini, un maestro che ha operato tra primo free jazz, improvvisazione radicale, musica contemporanea di matrice accademica; e, al contrabbasso, in duo col pianista Massimo Giuseppe Bianchi, Paolo Damiani, da decenni uno dei maggiori protagonisti del jazz italiano. Quindi estratti dall’installazione Bianco Nero Piano Forte, con elettronica di Luigi Ceccarelli e immagini di Lelli e Masotti; seguiti da Fabio Mina, flauto ed elettronica. Dal respiro melodico e dall’energica concitazione di un pezzo scritto nel ’98-99 da Giovanni Sollima, col compositore in solo al violoncello, si è poi passati, nell’esecuzione del gruppo di percussioni Ars Ludi, al minimalismo di Drumming di Steve Reich e alla non convenzionalità anche gestuale e vocale di I funerali dell’anarchico Serantini di Francesco Filidei.

In trio, Don Moye, batteria e congas, ha portato sul palco l’intensità e il senso del mettere in scena dell’Art Ensemble of Chicago, di cui Masotti documentò uno storico concerto italiano. Anche un inciampo tecnico della sua elettronica si è trasformato con Alvin Curran in una deliziosa performance. Luigi Esposito, pianoforte, e Monica Benvenuti, voce, hanno interpretato alcune Carte da musica, creazioni visuali e testi concepiti da Masotti. La chiusura non poteva che essere affidata alla TAI No-Orchestra, di cui Masotti faceva parte intervenendo con immagini video di sua ideazione: Massimo Falascone, sax alto, Roberto Del Piano, basso elettrico, Filippo Monico, batteria e percussioni, e due guest, Silvia Bolognesi, contrabbasso, e Martin Mayes, corno, con Gianluca Lo Presti alla consolle video nel ruolo di interazione live che è stato di Masotti.