Una scena che vuole raccontare la magia di un’isola incantata tra specchi e pareti scure in movimento, regali figure terrene e apparizioni spirituali. Accade ne La Tempesta del coreografo Giuseppe Spota per Aterballetto, musiche originali di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, drammaturgia di Pasquale Plastino che prova a riscrivere per la danza la favolosa opera shakespeariana.

La drammaturgia in un prologo e dodici scene, affascinante sulla carta, ingabbia però la coreografia in un racconto a tratti didascalico, complice anche l’approccio alla musica ritmicamente prevedibile. Ottima a contrasto la sinergia tra Spota e Aterballetto: Calibano è un rapinoso Philippe Kratz, moltiplicato in una inedita tribù (la compagnia), Miranda la convincente Martina Forioso, Prospero ha l’allure di Hektor Budlla, Ariel l’evanescenza di Serena Vinzio, Ferdinando la morbidezza di Giulio Pighini, Antonio il fuoco di Damiano Artale. Dopo il debutto la settimana scorsa al Piccolo Teatro Strehler di Milano, replica stasera al Vignale Monferrato Festival, da novembre in tournée.