Questa volta i Rolling Stones non hanno fatto fatica, il lavoro lo hanno svolto James Clark (ingegnere del suono) e Lewis Jones (fonico), tecnici degli Abbey Road Studios, sì, proprio quelli celebrati dal titolo del decimo disco dei Beatles e loro tempio di registrazione per molti anni. Ma è lì che hanno escogitato il sistema De-Mix. Ecco allora The Rolling Stones – On Air, una rilettura tecnologicamente rivisitata di registrazioni radiofoniche fatte dal gruppo tra il 1963 e il 1965. I due tecnici hanno spiegato che non sempre è stato possibile isolare le singole tracce audio per rimixare e rendere più consoni ai nostri canoni i brani eseguiti, ci sono però riusciti su quasi una trentina di tracce che poi sono state utilizzate per la pubblicazione. Tutto l’audio è ancora mono, ma la «lavorazione» tecnologica ha reso comunque «editabili» i brani. Questo è in sintesi il De-mix una scomposizione cui segue una ricomposizione più bilanciata.

In uscita  il primo dicembre The Rolling Stones – On Air (su etichetta Universal), consiste in 32 brani in tutto, 18 disponibili sul cd standard, tutti e 32 sul doppio cd della DeLuxe edition e anche in vinile. Tra l’altro otto sono inediti. I più noti, disponibili in streaming e in digitale sono Come on e Satisfaction. Il primo, brano scritto e pubblicato da Chuck Berry nel 1961, viene riletto dai Rolling nel 1963 che lo pubblicano come loro primo singolo (sul retro I Just Want to Make Love with You) che arriva in classifica ma non fa sconquassi. Questa è la versione registrata mercoledì 23 settembre 1963 al Playhouse Theatre di Londra per Il Saturday Club andato in onda il 26. Del secondo si sa tutto, se non che all’inizio non si pensava che potesse essere così dirompente.

Regitrata originariamente nel maggio 1965 a Chicago, poi di nuovo agli studi RCA di Hollywood, ma Richards non era soddisfatto del riff che aveva creato, o meglio riteneva che dovesse essere seguito da una ripresa dei fiati. Per fortuna, nonostante le sue obiezioni, il brano venne pubblicato con il riff solo chitarristico con la distorsione di un fuzzbox diventando così uno dei più famosi di tutti i tempi. La versione on air è stata registrata il 20 agosto 1965 presso la BBC Broadcasting House di Londra e andatain onda il 18 settembre, sempre per il Saturday Club (insieme a Fannie Mae, uno degli otto inediti presente nel disco).

Già dai primi due brani si respira a pieni polmoni l’aria dei primi anni ’60, vero che il termine Swingin’ London viene ufficializzato solo nel 1966 (felice intuizione di Time che aveva annusato aria e neologismo), ma affiorano inevitabili le musiche (comprese quelle dei Beatles che si alternavano spesso ai Rolling nelle trasmissioni BBC), il Free Cinema, le minigonne e la moda in generale, la pop art che fa fortuna negli Usa, la fotografia è un’esplosione pacifica ma dirompente animata dai giovani che vogliono mettersi definitivamente alle spalle agli anni terribili della guerra a quelli tremendi della ricostruzione.

E allora è una rinfrescata che, pur nei limiti di quei due anni scarsi di registrazioni, in qualche modo ripercorre l’inesauribile carriera dei Rolling Stones fatta di un’infinità di dischi, ma rafforzata dalle esibizioni live, loro momento inalienabile nonostante ormai siano prossimi agli ottanta anni.

In rapida successione Roll Over Beethoven (inedita), The Spider and the Fly, Cops and Robbers (altro inedito), It’s All Over now, Route 66 (inedito), Memphis Tennessee, Down the Road a Piece (inedito), The Last Time e altri otto brani che completano lo standard. Altri quattordici compaiono invece nel De Luxe (con tre inediti) ma quel che più conta è quel suono che ha trasformato il blues delle origini in un tratto inconfondibile che regge perfettamente ancora oggi a più di cinquanta anni di distanza.