Fine del vecchio e famigerato sussidio “Hartz IV” e inizio del nuovo “Bürgergeld”, equivalente del reddito di cittadinanza. Era scritto nero su bianco nel patto di coalizione tra Spd, Verdi e liberali: dal prossimo 1 gennaio diventa realtà.
Significa, in buona sostanza, più soldi ai percettori (da 449 a 5o2 euro al mese) e soprattutto meno controlli, mentre viene definitivamente archiviata la visione business-oriented degli aiuti sociali introdotti tre lustri fa dall’ex cancelliere Schröder ufficialmente per «fornire servizi moderni al mercato del lavoro».

Proprio dal ministro del Lavoro, Hubertus Heil, è arrivata la conferma più sintomatica della svolta a 360 gradi: «In questo modo ridiamo rispetto e dignità ai destinatari dell’aiuto sociale che dal 2023 verrà erogato più velocemente e senza più cavilli burocratici». Il ministro socialdemocratico parla a beneficio di una platea enorme: i percettori dell’«Hartz IV» in Germania attualmente sfiorano i 5 milioni.

Nella pratica non sarà più obbligatorio accettare qualunque impiego per paura delle sanzioni da salasso che fino allo scorso maggio arrivavano fino al 30% del sussidio: «Il Bürgergeld non avrà alcun carattere punitivo e sarà percepibile da tutti i residenti in Germania, stranieri compresi» assicurano al governo Scholz.

Cambia anche la parola d’ordine alla base dell’aiuto sociale: la ratio per l’erogazione adesso è la lotta alla disoccupazione a lungo termine e non più l’offerta di manovalanza a basso costo per l’industria nazionale.
Da qui il finanziamento pubblico aggiuntivo di 150 euro al mese per i beneficiari che si iscriveranno ai corsi di formazione professionale della durata fino a 36 mesi (prima era solamente 24) e il nuovo piano di collocamento che d’ora in poi verrà cucito su misura del beneficiario dai singoli Job-Center dell’Agenzia del Lavoro. In più il contributo minimo per i figli a carico da gennaio passerà da 285 euro al mese a 318 per ciascun figlio. In parallelo viene ammorbidito l’asfissiante controllo sul patrimonio dei percettori che scatterà solo dopo due anni e unicamente sopra la soglia dei 15 mila euro.

La Confederazione dei sindacati «Dgb» accoglie con favore il nuovo reddito di cittadinanza, «Finalmente con il “Bürgergeld” chi perderà il lavoro potrà essere certo che la casa e i suoi risparmi saranno protetti» riassume Anja Piel del Consiglio direttivo, secondo cui «così crescono anche le opportunità di formazione in grado davvero di aprire nuove prospettive ai disoccupati e si contrasta la carenza di lavoratori qualificati». Unica nota dolente a sentire il sindacato: le sanzioni andavano abolite del tutto. «Siamo contrari per principio» tengono a precisare alla “Dgb”.