Basi Nato nei paesi europei? «È naturale, nessun problema». Le sanzioni alla Russia? «Certo, bisogna essere fermi e fare capire a Putin che ha violato il diritto internazionale». Coalizione contro l’Isis e armi – quali, chissà – da mandare in Iraq – o chissà dove? «Ci siamo anche noi».

Si tratta delle risposte di Renzi alle domande poste dal recente vertice Nato in Galles. Chi ha bazzicato certi ambienti, sa che l’uomo di marketing dice sempre «sì», quanto poi al resto, si vedrà, l’importante è vendere il messaggio. E armi: Il Sole 24 ore ha riportato che nell’incontro con Obama e Poroshenko, Renzi ha garantito «l’acquisizione da parte delle forze armate ucraine di 90 veicoli armati dell’Iveco». Ieri qualcuno su Twitter è rimasto interdetto da questa decisione, dopo aver scoperto (un po’ in ritardo sui tempi) le immagini – mostrate dai nostri tg – di un soldato di Kiev con una svastica disegnata sull’elmetto.

La superficialità, quella di Baricco e dei nuovi barbari, che secondo alcuni osservatori renziani, sarebbe proprio la caratteristica vincente del premier italiano, fa cattivi scherzi quando si parla di politica estera. Si può essere alleati, senza essere succubi. Si può essere anche «atlantici» convinti, alla stregua del polacco Tusk, ma essere coerenti con quanto affermato il giorno prima. O il giorno dopo.

Nell’ottica del rinnovamento tanto decantato, perché non prendere atto che gli equilibri globali stanno cambiando sotto i nostri occhi da tempo? La superficialità di Renzi, abile con pay off e slogan, ma debole con la «ciccia», lo ha fatto esclamare al termine di un incontro sull’Ucraina: «È stato molto interessante, abbiamo parlato di geopolitica».

Ecco, la geopolitica. La totale subalternità alla Nato e alle manie di armare chiunque e ovunque dimostrate da Renzi nel vertice di Newport, sono state poco evidenziate dai media nostrani. Ieri tutti i quotidiani sottolineavano la tregua ucraina, le nuove basi, la coalizione anti Isis, ma pochi hanno ripreso le parole «entusiaste» di Renzi. Scatenato, pronto a dire sempre: «Anche noi! Ci siamo anche noi!».

Si prendano le sanzioni: Renzi è stato il più duro contro Putin (con Francia e Germania ben più caute). Ieri quindi è andato a Brescia a trovare «l’Italia che produce», mentre nel nord est o nelle Marche, le aziende che (ancora) producono, specificavano che proprio le sanzioni contro la Russia stanno facendo tabula rasa di gran parte della loro attività.