Il terreno che manca sotto i piedi, la caduta, le urla disperate dei colleghi, l’inutile volo dell’elisoccorso. È un calvario che si ripete spesso, negli ultimi tempi, in Calabria. Nella giornata di ieri due operai hanno perso la vita in poche ore sul posto di lavoro. Il primo si chiamava Marco Romeo, aveva 40 anni e tre figli piccoli. Era di Lungro, un paese albanofono in provincia di Cosenza. L’incidente è avvenuto in un’azienda che produce carrelli elevatori. Poche ore dopo, nei pressi dello svincolo autostradale di Gerocarne nel Vibonese, nelle officine meccaniche Tassone è deceduto il 54enne Vito Farina, precipitando da una pedana collocata ad un’altezza di tre metri.

Sud e nord uniti dalla tragedia delle vittime del lavoro. Aveva 59 anni il terzo degli operai morti ieri in Italia. È rimasto schiacciato da un sacco di zucchero pesante oltre una tonnellata, a Busca, nello stabilimento Granda in provincia di Cuneo. In tutti e tre i casi, gli inquirenti stanno accertando le cause degli incidenti per verificare il rispetto delle misure di sicurezza.

Tragedie analoghe in Calabria si sono verificate altre due volte negli ultimi 15 giorni. Lo scorso 25 maggio, a Rende, un 62enne è precipitato mentre eseguiva lavori di tinteggiatura. Cinque giorni dopo, sempre in provincia di Cosenza, a Rocca Imperiale, un 39enne è stato travolto da un masso mentre lavorava alla messa in sicurezza dell’argine di un fiume.

«Siamo vicini alle famiglie dei due operai morti. Tragedie come queste non dovrebbero mai avvenire, eppure da gennaio ad oggi in Calabria le morti bianche si stanno susseguendo rapidamente. Auspichiamo che presto si faccia luce su quanto accaduto, andando ad individuare le eventuali responsabilità». Così i segretari generali, Angelo Sposato (Cgil Calabria), Umberto Calabrone (Fiom), Simone Celebre (Fillea) e Giuseppe Valentino (Filcams).

Il 29 marzo scorso, “Vigilanza 110 in sicurezza 2023”, la maxioperazione effettuata in tutto il territorio nazionale dall’Ispettorato del lavoro nell’edilizia, ha rilevato dati molto allarmanti in Calabria: su 15 cantieri edili controllati, 15 presentavano irregolarità e 21 aziende su 22 sono risultate non a norma, per diversi motivi. In 11 delle 50 posizioni lavorative verificate è stata disposta la sospensione per ragioni di sicurezza ed accertata l’assenza di contratti lavorativi. Prescrizioni e multe in ben 44 casi.