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La storia del merlo lettore

I bambini ci parlano Mi raccontate, ma con le vostre parole dove siamo andati ieri mattina? «Siamo andati alla biblioteca comunale». «Io c’ero già stato con mia mamma». «Noi siamo usciti da scuola con […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 marzo 2020

Mi raccontate, ma con le vostre parole dove siamo andati ieri mattina?
«Siamo andati alla biblioteca comunale». «Io c’ero già stato con mia mamma». «Noi siamo usciti da scuola con le giacche e siamo andati in biblioteca e abbiamo messo le giacche sul tavolo e dopo c’era una signora che ci ha raccontato due storie». «Lei leggeva il libro che c’era scritto sulla storia. Perché dentro i libri, se sai leggere, ci sono sempre delle stori». «Però lei aveva fatto le foto ai libri, alle pagine dei libri. Poi lei leggeva il libro e quel libro che leggeva, le figure, noi le vedevamo nelle fotografie».

«È vero. Perché aveva costruito uno specie di teatrino di luce. Noi guardavamo i disegni del libro che lei aveva in mano, ma li vedevamo in grande». «Era molto bello ascoltare le storie». «Anche a me piaceva ascoltare le storie mentre guardavo le figure. E’ stato bellissimo». «Era come un teatro». «La signora aveva una voce bellissima e poi… E poi erano belle le storie».

Mi parlate delle storie che vi ha raccontato?
«Erano due storie. A me è piaciuta di più la prima. Parlava di due uccelli: un gabbiano e un merlo». «Perché il gabbiano sapeva leggere, mi sembra, ma solo lui sapeva leggere, allora solo lui poteva leggere le storie dei libri». «Però andavano tutti ad ascoltare le sue storie». «Ma non era il merlo che sapeva leggere?» «No, lui ascoltava il gabbiano». «Perché il merlo viveva nel bosco e sapeva leggere, invece il gabbiano viveva sul mare e non aveva tempo per imparare a leggere».

«Però c’era un gabbiano bambino che ascoltava sempre le storie che gli raccontava il merlo e andava lì vicino alla sua finestra per ascoltarle e dopo, insomma, dopo voleva imparare a leggere i libri anche lui per raccontarsi le storie da solo, per leggersele da solo». «Anche noi stiamo imparando a leggere, maestro, è vero? Io so già leggere delle parole lunghissime».

«Però dopo davanti alla finestra della casa del merlo e del gabbiano veniva sempre più gente, sempre più animali ad ascoltare le storie». «È vero, nella figura erano tantissimi perché volevano tutti ascoltare le storie che raccontavano i libri. Allora il merlo era diventato famoso. Quando andava in giro per la città, lo salutavano tutti. Prima non lo salutava quasi nessuno, adesso invece lo salutavano tutti gli animali». «Anche io so leggere tutto il libro che mi ha preso mia mamma. Perché ha lo stampato maiuscolo».

E l’altra storia?
«L’altra storia che ci ha letto la signora era strana, a me non è piaciuta». «Era una storia che ti insegnava come si leggono i libri. Che devi girare le pagine, per esempio». «Mentre lo leggeva, la signora doveva sempre girare il libro». «Ti diceva che tu, mentre leggi, devi girare prima la prima pagina, poi la seconda, sempre così». «Dall’inizio alla fine». «Poi non devi girare il libro, mentre leggi, altrimenti lo leggi tutto al contrario» «Poi le figure sono all’ingiù, non vanno bene, se giri il libro. Tu devi solo girare le pagine». «Poi devi stare fermo, mentre leggi, non devi muoverti troppo».

E dopo le storie?
«Dopo c’è stato il momento più bello perché le storie erano già finite e noi abbiamo preso i nostri libri. Abbiamo scelto un libro. Siamo andati nella stanza dei libri per bambini e abbiamo scelto un libro per portarcelo a casa. Prima a scuola e poi a casa». «C’erano anche dei libri in inglese, in indiano, in francese….». «Il mio libro è quello del gatto». «Ognuno di noi ha preso il suo libro». «Io ho scelto un libro che non aveva le parole ma per capirlo dovevi solo vedere le figure». «Io ho preso il libro degli animali». «Io un libro con lo stampato maiuscolo e anche minuscolo, perché un po’ so leggere anche lo stampato minuscolo».

«A me andare in biblioteca è piaciuto molto perché non c’ero mai stato. Io forse sabato ci vado con i miei genitori». «Io ho preso il libro della fattoria». «Io uno con lo stampato maiuscolo». «Io senza parole così era più facile». «Però prima di darci i libri ci hanno dato la tessera». «Però i libri non devi scriverci sopra, non devi strapparli, altrimenti dopo li devi pagare». «Noi dopo dobbiamo andare in biblioteca a riportare il libro, tra un mese, però dopo la bibliotecaria ha detto che ci dà un altro libro o anche due o tre o quattro o anche otto».

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