L’occhio più attento avrà notato qualche attimo di esitazione, quasi una forma di timidezza. Poi si sente l’odore acre e inconfondibile. Un ragazzo appena maggiorenne alza le braccia ed esclama un liberatorio: «Ho acceso il ‘miccione’». La sigaretta passa di mano in mano. È marijuana autoprodotta, giurano. Significa che non viene dal mercato che le mafie gestiscono e che il proibizionismo alimenta. A quel punto, e sono da poco dopo le 15 di un sabato pomeriggio al centro di Roma, questa diciannovesima edizione della Million Marijuana March può iniziare per davvero. Il fumo dell’erba divampa, come un prato secco incendiato...