«Il ventunesimo secolo si apre con un’ammissione, quella dell’estrema fragilità di tutti». Fragilità politica ed esistenziale, legata a doppio filo alla vulnerabilità del soggetto nel mondo globale. Da queste considerazioni finali si articola l’ultimo libro del filosofo camerunense Achille Mbembe, Nanorazzismo. Il corpo notturno della democrazia (Laterza, pp. 171, euro 18, traduzione di Guido Lagomarsino), volume che parzialmente riprende tematiche e concetti sviluppati precedentemente nell’importante saggio Necropolitica (Ombre Corte) e in Emergere dalla Lunga Notte (Meltemi). L’asse portante dell’analisi di Mbembe ruota attorno alla critica del tempo globale, tramite un procedimento che mette in costante dialogo il presente con la...