Un flusso continuo di migranti si sta dirigendo verso Sicilia, Calabria e Puglia: a inizio giugno siamo a 51.405, 8mila in più rispetto al 2014. Tra sabato e domenica sono state salvate 5.851 persone dai mezzi di stanza in Sicilia. Ieri pomeriggio sono sbarcati a Catania in 1.143 a bordo della nave della Marina militare inglese Bulwark, tratti in salvo al largo delle coste libiche. Altre 860 persone sono giunte a Palermo, 548 hanno toccato terra a Trapani. Circa 372 ad Augusta: provenienti soprattutto dall’Eritrea, i migranti sono stati soccorsi con altri 1.628 nel fine settimana dall’organizzazione umanitaria Migrant Offshore Aid Station che, in collaborazione con Medici senza Frontiere, sta pattugliando il Canale di Sicilia con la nave My Phoenix. A Ragusa ieri è stato fermato il presunto scafista somalo Muzab Edida: i 105 migranti che avrebbe trasportato hanno pagato per il viaggio circa 800 dollari a testa. La Croce rossa siciliana, che si occupa dell’accoglienza, è al collasso: troppo pochi i volontari rispetto alle necessità.

«Noi sindaci non vogliamo essere considerati complici del genocidio in corso nel Mediterraneo» ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, contestando la presa di posizione di Roberto Maroni. Ieri era a Berlino, al Bundestag, dove ha illustrato il contenuto della Carta di Palermo: approvata lo scorso marzo, prevede l’abolizione del permesso di soggiorno (definito strumento di tortura), il superamento di Frontex e del Regolamento Dublino. «Voglio ricordare – ha proseguito – che nel 2011 fu siglato un accordo tra stato, regioni e Anci per fronteggiare l’emergenza Nord Africa, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa. Adesso, con l’assurda presa di posizione di Maroni, ci ritroviamo con dichiarazioni che ci lasciano di sasso per la totale mancanza di umanità. A nome dei comuni siciliani voglio confermare la cultura dell’accoglienza delle nostre comunità». Netto il governatore siciliano, Rosario Crocetta: «Tutte le regioni e tutti i paesi dell’Ue hanno il dovere di condividere l’accoglienza dividendosi le quote. Il resto è antimeridionalismo e xenofobia».

Circa 1.500 migranti sono arrivati in Calabria ieri. A Corigliano Calabro sono sbarcati in 475, 94 i minorenni di cui 60 non accompagnati. In attesa di essere smistati sui pullman, si sono riparati all’ombra dei gazebo allestiti al porto, ai bambini sono stati regalati palloncini a forma di animali. In mattinata a Crotone era già arrivato un primo contingente di 610 persone. Nel pomeriggio nuovo sbarco a Reggio Calabria, in 370 a bordo della nave Rio Seguro.

La Sicilia accoglie il numero maggiore di migranti, con il 20%, la Calabria il 6%. Il sindaco di centrodestra di Corigliano Calabro, Giuseppe Geraci, dà ragione alla Lega: «Sono pienamente d’accordo con Maroni. La situazione è diventata insostenibile. Come comune non riusciamo più a far fronte alle spese per garantire assistenza e accoglienza». Del parere opposto il vicesindaco Pd di Acquaformosa, Giovanni Manoccio: «Il governatore della Lombardia è solamente un cialtrone. È stato lui, in qualità di ministro degli Interni, a emanare il provvedimento con il quale si prevede l’equa e contestuale distribuzione dei cittadini extracomunitari fra tutte le regioni. Il Veneto ha meno ospiti della Calabria, 2.900 circa la prima e 4.800 la seconda».

A Taranto ieri sono sbarcati in 399: soprattutto di nigeriani ed eritrei salvati sabato sulle coste della Libia dalla nave militare irlandese Le Eithne. Infuriato con Maroni anche il presidente del Consiglio regionale pugliese, Onofrio Introna: «Ricordo al collega lombardo l’impegno imposto da ministro alla Puglia, nella primavera 2011, per alleggerire la pressione su Lampedusa dei giovani in fuga dalla Tunisia. In oltre 4mila vennero ristretti in un campo improvvisato a Manduria. Se quella struttura non si è trasformata in un campo di concentramento è stato solo per le istituzioni locali e la generosità dei volontari. Maroni sbagliava da ministro, quando ha scaricato su Puglia e Sicilia l’esodo delle primavere arabe, e ancora di più sbaglia oggi». Mentre Maroni, Zaia e Toti cercano di chiudere la porta, la Guardia Costiera ieri pomeriggio aveva già soccorso altri 447 migranti al largo delle coste libiche.