Da domani, se non già da stasera, cominceranno le trattative per le alleanze del secondo turno, fusioni di lista o inviti a votare per chi è riuscito a passare nelle 13 grandi regioni della Francia metropolitana (almeno 10% dei voti espressi, ci possono quindi essere anche delle triangolari, che complicano ancora la situazione).

Il problema riguarda soprattutto il Ps e la sinistra, che vanno incontro a una sconfitta storica: nelle 22 regioni uscenti, 21 sono governate dalla sinistra. Alcuni casi sono particolarmente problematici.
Nel Nord-Pas-de-Calais-Picardie, dove le due regioni uscenti sono a guida socialista, il Fronte nazionale è dato vincente, con Marine Le Pen testa di lista (i sondaggi danno 40 per cento dei consensi già al primo turno). La grande regione resta la più povera di Francia, con un abitante su sei sotto la soglia di povertà, a causa degli effetti lunghi della deindustrializzazione: Marine Le Pen aveva cominciato una campagna sui temi dell’occupazione e dell’economia, ma con gli attentati si è concentrata sulla sicurezza. Cosa farà il Ps, che arriverà in terza posizione con il candidato Pierre de Santignon, vicino a Martine Aubry (sindaca di Lille)? Anche l’addizione dei voti con la sinistra (Verdi e Parti de gauche, che si presentano assieme, più il Pcf che corre da solo) non dovrebbe permettere di accedere alla seconda posizione. Il primo ministro, Manuel Valls, ha proposto con veemenza a Les Républicains, di “fondere” le liste, per cercare di strappare la vittoria al Fn al secondo turno. Sarkozy ha rifiutato.

Al Ps restano due alternative suicide: o ritirarsi, lasciando campo libero a uno scontro Fn-Républicains, rinunciando ad avere dei consiglieri regionali per sei anni; oppure presentarsi alla triangolare e addossarsi così la responsabilità di una vittoria certa di Marine Le Pen.

In questa regione ci sono state molte e diverse prese di posizione contro il Fn: hanno cominciato gli industriali, poi il mondo della cultura e il giornale locale La Voixdu Nord, per denunciare i rischi di una vittoria dell’estrema destra, ma i sondaggi non si sono mossi.

In Provenza-Alpi-Costa Azzurra, regione che accomuna la popolare Marsiglia con le ricche cittadine della Costa Azzurra, per il Ps i giochi sembrano già fatti, sempre in negativo.
Anche qui governava una giunta a guida socialista, ma il Fn è dato ora al 40%, seguito da Les Républicains. Marion Maréchal-Le Pen, che incarna un’estrema destra tradizionalista, cattolica, liberista, identitaria, ha persino minacciato l’esistenza della struttura de planning famigliare, ma le intenzioni di voto non sono diminuite. In Provenza, sarà molto difficile per il Ps chiedere ai propri elettori di votare per Christian Estrosi dei Républicains, su posizioni oggettivamente vicine alla destra estrema. «Siamo all’angolo», spiegano al Ps locale: «se ci ritiriamo, i nostri elettori non voteranno mai Estrosi e se la sinistra fa meglio dei Repubblicani al primo turno, gli elettori di destra voteranno piuttosto Fn».

Il Ps rischia di perdere anche l’Ile-de-France, la regione di Parigi, che governa dal 1998. Front-de Gauche e Eeiv presentano due liste concorrenti (i sondaggi danno rispettivamente 8% e 6%). Il candidato Ps è Claude Bartolone, attualmente presidente dell’Assemblée nationale. Contro, per Les Républicains, ha una ex ministra di Sarkozy, Valérie Pécresse. E in agguato c’è il candidato Fn, Wallerand de Saint-Just, al 21% nei sondaggi (23% al Ps, 32% ai Républicains).

Nella regione simbolicamente più importante del paese, la battaglia, dopo gli attentati, è scivolata tutta sulla sicurezza (anche se non è esattamente nelle competenze delle regioni). Pécresse ha promesso filtri elettronici all’entrata dei licei (di competenza regionale), mano di ferro sulle frodi nel métro, fino ad arrivare all’idea di creare una «riserva patriottica» di giovani perché «per un certo numero di giorni aiutino le forze dell’ordine» (non siamo ancora alle milizie, passo peraltro fatto dal sindaco Bleu Marine di Béziers, Robert Ménard, che ha proposto ronde di ex poliziotti).
Bartolone, all’angolo, ha risposto inventandosi all’ultimo momento un «servizio civico» per i giovani, che ha promesso di finanziare con 125 milioni di euro, con lo scopo di trasmettere i «valori repubblicani». Bartolone non sembra più poter contare sul voto delle banlieues, che ritengono di essere state dimenticate dalle promesse di Hollande e della vecchia giunta regionale.
Alcuni sondaggi hanno previsto una possibile vittoria del Fn anche nella grande regione Alsazia-Lorena-Champagne (finora solo l’Alsazia era a destra, Ump). Qui, testa di lista Fn è Florian Philippot, il numero due di Marine Le Pen, che ha trascorsi gollisti e propone una visione statalista dell’economia, ma al secondo turno parte dei voti Ps potrebbero andare al candidato dei Républicains, che è un centrista.