Un dato incontrovertibile delle amministrative in Sicilia, seppur limitate a 42 comuni con appena il 56% dell’elettorato al voto, è uno: bisogna fare i conti col centro, quello moderato e tradizionale. Nonostante nessuno dei nove capoluoghi di provincia sia andato al rinnovo, il risultato di questa tornata qualche segnale lo dà. E non è di poco conto. Il ritorno della Dc di Totò Cuffaro nei municipi, l’exploit di Fratelli d’Italia che diventa il primo partito nella «roccaforte rossa» Vittoria (Rg) ma raggiunge buoni risultati anche in altri territori, l’affermazione dell’asse Pd-M5S a Caltagirone (Ct) dove elegge il sindaco al primo turno battendo il centrodestra unito, la debacle del Pd dove stringe alleanza anomale con Fi, il buon bottino dell’Udc che conferma la tradizione centrista dell’Isola, la conquista di 10 sindaci da parte di Forza Italia, il magro risultato della Lega di Salvini nei comuni più grandi.

Tante sono le chiavi di lettura di questa tornata di amministrative in Sicilia, dove sono andati al voto appena 42 comuni su 390, di cui 13 al di sopra dei 15mila abitanti. Nonostante la dimensione territoriale del voto non sia così indicativa per riflessioni nazionali, la lettura dei risultati rappresenta per i partiti una occasione di sintesi in vista delle regionali in Sicilia che si celebreranno nel prossimo autunno e delle amministrative in comuni importanti, a partire da Palermo.

Un dato su tutti: la Balena bianca fa ritorno nei Municipi grazie a Totò Cuffaro, che si prende la sua rivincita contro chi lo aveva snobbato, se non quasi deriso, alla vigilia del voto, per avere rilanciato la Democrazia cristiana. Nei comuni dove l’ex governatore, che ha scontato una condanna per favoreggiamento alla mafia, ha piazzato le liste col simbolo, la Dc ottiene risultati lusinghieri. A Favara, centro dell’Agrigentino, addirittura risulta il secondo partito, con il 10,26%, superato d’un soffio solo dalla lista di DiventeràBellissima (10,43%), il movimento del presidente della Regione Nello Musumeci. Cuffaro vince la sfida con l’alleato diretto di Forza Italia anche se in realtà gli azzurri con due liste (una civica) raggiungono il 13% circa. La Dc elegge consiglieri a Giarre (Catania), dove ottiene il 5,45%. Simbolico il risultato a Caltagirone, la città di don Luigi Sturzo, fondatore del Ppi: la lista Dc sfiora il 6% (entra dunque in Consiglio), superando di oltre un punto DiventeràBellissima (fuori dal municipio) e ottenendo pressoché gli stessi voti delle liste di Fratelli d’Italia e M5S.

A Vittoria (Ragusa), dov’erano chiamati alle urne per le comunali oltre 50 mila elettori, cittadina agricola che manda le cassette con ortaggi e prodotti serricoli in tutta Europa, con una tradizione politica di sinistra, il partito che ha ottenuto più voti è FdI: il 17,05% delle preferenze. Il comune era stato sciolto per mafia nel 2018 ed era guidato dal sindaco Giovanni Moscato, vicino al partito di Meloni, ma che era stato eletto da liste civiche, poi condannato per corruzione elettorale e definito incandidabile dal tribunale. Nella sfida tutta di centrodestra FdI quasi doppia il risultato di DiventeràBellissima (9,86%) e triplica quello della Lega di Salvini, 5,51%; dieci i punti in più rispetto a Pd e M5S, spaccati in questo comune, e poco sopra al 7%.

Dall’analisi del voto, comunque, ogni partito trova un elemento positivo. «L’alleanza col Pd rappresenta un segnale di maturità da parte del movimento che ha confermato in Sicilia di essere un granaio perché gode di grande credibilità, non lo dico io ma lo dicono gli elettori: a Caltagirone (Ct) abbiamo vinto contro il centrodestra unito», dice il sottosegretario alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, M5S). Per il segretario della Lega in Sicilia «il voto nei 42 comuni premia il lavoro svolto: rispetto alle precedenti amministrative la crescita dei consiglieri eletti con il simbolo della Lega è consistente e il nostro apporto è stato determinante per molti candidati a sindaco del centrodestra».

Tranchant il commento di Gianfranco Miccichè, leader di Fi in Sicilia: «Non mi hanno svegliato con un caffè, ma con un calice di champagne. Abbiamo preso 10 sindaci su 40, un risultato del genere non era minimamente atteso: nei comuni con oltre 15mila abitanti, con la lista di Forza Italia, abbiamo risultati come il 17% di Porto Empedocle, il 15% di Favara l’11% di Canicattì, il 9,5% di San Cataldo, il 7,5% di Alcamo. Siamo più che soddisfatti». La lunga stagione elettorale nell’Isola è appena cominciata.