Abdicata ormai da un paio di decenni come genere «principe» del daytime televisivo, la narrazione in stile soap opera si prende una rivincita dopo l’annuncio da parte della Cbs della messa in produzione di una nuova soap che ha già un titolo, The Gates e un’ideale plot da cui partiranno gli sceneggiatori: amori,drammi, segreti (e reticenze) intorno a una ricca famiglia benestante che vive in una comunità elegante e «recintata», da cui il titolo appunto. A produrla la stessa Cbs – che non metteva più in produzione una soap dai tempi del debutto su piccolo schermo di Beautiful (1987) – in collaborazione con P&G Studios, una divisione di Procter & Gamble. The Gates sarà sceneggiato proprio da un screenplayer ben noto agli appassionati, Michele Val Jean (ha scritto per molti anni le storie di casa Forrester e i settemila o giù di lì matrimoni tra Brooke e Ridge) – che fungerà anche da showrunner. Ciò che a un primo sguardo sembra un azzardo – gli ascolti delle soap sono da anni in fase declinante e sui network principali ne restano solo tre in onda delle venti di inizi anni settanta: The Young and the Restless (rinnovata di recente per 4 anni), Beautiful e General Hospital, mentre Days of Our lives «sopravvive» ma su una piattaforma streaming – in realtà è una mossa che potrebbe rivelarsi alla lunga vincente. Il cast di The Gates sarà infatti quasi completamente composto da attori afro americani, impiegati nelle soap tradizionali ma mai con ruoli di primo piano.

«THE GATES rappresenterà tutto ciò che amiamo del dramma diurno, da una prospettiva nuova e fresca, ha affermato Sheila Ducksworth, presidente del gruppo Naacp di Cbs Studios – questa serie saluterà un pubblico tradizionalmente poco servito, con il potenziale per essere un momento rivoluzionario per la televisione. Con personaggi multidimensionali, trame importanti e la cultura nera in primo piano, The Gates avrà una rappresentazione di grande impatto». Un tentativo di fideizzare il pubblico afroamerican è stato in realtà tentato nel 1989 quando la Nbc lanciò in grande stile Generations, con la «star» di All my children Debbi Morgan, ma la soap durò lo spazio di un paio di stagioni. Molto meglio – ed è probabilmente questa l’idea che ispira la nuova serie – è stato il successo nel 2015 su Fox di Empire – soap di prima serata – che ruotava intorno alle vicende di magnati della discografia rap attraverso una drammaturgia che attingeva a piene mani dai cliché delle soap pomeridiane.