Chi si rivede, il «presidente di garanzia». La commissione lavori pubblici del senato, dove è in discussione la riforma Rai, approva l’emendamento firmato da Maurizio Gasparri in base al quale la nomina del presidente della tv pubblica dovrà essere ratificata dai due terzi della commissione parlamentare di vigilanza. Come avviene nella attuale legge, che porta la firma proprio di Gasparri.

Altro subemendamento approvato ieri, sempre firmato Gasparri, stempera i poter dell’amministratore delegato, il «capo azienda» voluto da Renzi, rafforzando quelli del consiglio d’amministrazione, sulle nomine dei direttori. In base a un emendamento dei relatori, sulla scelta dei dirigenti apicali – direttori di canale, rete e testata – l’ad dovrà acquisire il parere obbligatorio del cda. Con la modifica di Fi si stabilisce che il parere, se è espresso dai due terzi del cda, diventa vincolante. E un altro emendamento ancora di Gasparri e Minzolini, approvato, dice che le linee editoriali e le direttive sulla programmazione sono non solo adottate, ma anche formulate dal cda.

«Come annunciato, il governo sta seguendo il percorso parlamentare ascoltando i suggerimenti di tutta l’opposizione: ora stiamo raccogliendo i frutti di questa scelta», sottolinea il sottosegretario alle comunicazioni Antonio Giacomelli. E in effetti che Forza Italia avrebbe dato una mano sulla «riforma» (non per generosità: in cambio della nomina di una presidente gradita a Silvio Berlusconi, Luisa Todini) lo aveva scritto nei giorni scorsi il Corriere della sera. A ciò va aggiunto che Renzi ha bisogno di aiuto anche sulla riforme istituzionali, vecchia storia, dunque.
Non è detto, comunque, che tutto filerà liscio fino alla nomina dei vertici Rai con la «nuova» legge. Il sottosegretario prevede un paio di settimane per il via libera del senato. Poi toccherà alla camera ma servirebbe una corsia preferenziale per andare spediti e evitare il rinvio a settembre e una lunga proroga del cda scaduto. Insomma, si torna a ipotizzare il rinnovo del consiglio con la Gasparri. Del resto, la «riforma Renzi» già somigliava molto alla legge attuale. E ancora di più grazie ai «suggerimenti» forzisti accolti ieri, con altri in arrivo nei prossimi giorni. (mi.b.)