Un polverone avvolge al Zannah. E in questa nuvola si muovono senza sosta le ruspe che ammassano macerie e poi le spaccano in pezzi più piccoli. Alcuni operai armati di seghe elettriche tagliano ferro e acciaio, separandolo dal cemento. Il frastuono è assordante ma intorno, dalle finestre delle abitazioni ancora in piedi, qualche bambino osserva incuriosito i movimenti dei mezzi pesanti. Poco lontano, a Bani Suheila, ci sono i resti dell’edificio in cui trovarono la morte 22 civili – tra i quali anche bambini – uccisi sul colpo da una bomba israeliana ad alto potenziale. Pochi, prima dell’offensiva “Margine protettivo”...