«Che immagini troviamo, cercando su internet le città di Mosul, Falluja, Ramadi, Tikrit?». Palazzi sventrati, uomini armati, distruzione. «Ecco cosa facciamo noi, invece». Ragazzi e ragazze in abiti sportivi, sorridenti, che si riappropriano di spazi a lungo occupati da eserciti, milizie, uomini armati di kalashnikov. Siamo a Baghdad, nell’ampia sala del Circolo della Società degli ingegneri iracheni. Con fare disinvolto, Ahmed Al-Baghdadi mostra sullo schermo la distanza tra ciò che c’era prima e quel che c’è ora, tra stereotipi e realtà. Illustra le attività di Sports Against Violence Iraq, «iniziative che creano ponti culturali, legami sociali, coesione attraverso lo sport»....