Nel 1981 la Legge 422 cancella dal codice penale italiano il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Per il primo, Il danno all’onore di un uomo veniva considerato attenuante all’omicidio di una donna e di chi avesse avuto con lei condotta ‘disonorevole’. Per il secondo il reato di violenza carnale veniva estinto attraverso il matrimonio dello stupratore con la sua vittima, salvando così l’onore familiare. Nel 1966 Franca Viola, donna siciliana giovanissima, passa alla storia per il primo no al matrimonio riparatore. Sino ad allora un uomo può sposare una donna senza suo consenso: la rapisce, violenta e poi aspetta che la famiglia chieda di sposarla. Solo nel 1994 la Legge riconosce lo stupro come reato «contro la persona» e non «contro la morale».

Nel 2019, la Legge 69, chiamata Codice Rosso, rinnova il Codice Penale rispetto alla violenza domestica e di genere. Ascoltiamo le parole di Lara in questa serata al cohousing dedicata alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, in memoria delle sorelle Mirabal. Nella Repubblica Dominicana, le tre sorelle, attiviste contro la dittatura presente, andando a visitare i loro mariti imprigionati per ragioni politiche, vengono rapite da parte di agenti del regime di Rafael Leonidas Trujillo, stuprate e massacrate e viene simulato un incidente. È il 25 novembre del 1960, giornata celebrata dalle Nazioni Unite dal 1999 contro la violenza sulle donne, definita come «una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti…».

Un coro femminile di secoli si intona in questa notte autunnale. Matilda evidenzia la disparità storica nei rapporti di forza tra uomo e donna, ancora presente. È sempre convinta, a 80 anni, che senza un cambiamento strutturale della società rispetto al potere maschile e al suo esercizio, non sia possibile emancipazione. Sono presenti anche uomini, anche l’Ernesto, pur critico con quelle che chiama «Le Giornatone bla-blà» di sole parole. Anna e Carlo si tengono per mano tutta la sera. Martina ha 20 anni – voglio dire questo – e legge un foglietto: parole scritte nella Rivista «Sottosopra» del 1983.

«C’è dentro di noi una voglia di stare al mondo da signore, in grande, di avere con le cose una sicura familiarità, di trovare di volta in volta i gesti, le parole, i comportamenti conformi al nostro sentimento interno e rispondenti alla situazione, di andare fino in fondo nei pensieri, nei desideri, nei progetti. La chiameremo voglia di vincere. …Per cominciare vincere sulla paura della propria voglia di vincere.» Aggiunge – Me le ha lasciate nonna, come ricetta di cucina, la più buona da preparare: la ricetta delle donne per vivere con agio-.