È ricominciata iera sera l’accoglienza di persone senza casa nelle strutture della Caritas di Roma. Lo ha comunicato l’organismo della Conferenza episcopale italiana (Cei) con un post su Facebook. A Ferragosto il quotidiano Avvenire aveva denunciato la presenza di 70 posti vuoti all’interno dell’ostello Caritas – situato tra il quartiere di San Lorenzo e la stazione Termini – mentre numerose persone erano accampate in giacigli di fortuna lungo la strada, sotto tetti di plastica o addirittura in cantieri aperti.

All’origine della situazione la mancanza di risposte da parte di Comune e Regione alla richiesta di effettuare i tamponi anti-covid prima dell’ingresso in accoglienza. La Caritas, infatti, ha scelto di adottare un protocollo particolarmente prudente, con 14 giorni di quarantena e poi il test, per limitare al massimo le possibilità che il virus entri in luoghi in cui abitano persone molto fragili. Il rischio è che si ripetano le stragi avvenute nelle Rsa.

Dopo che i riflettori della carta stampata hanno illuminato il caso, l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato ha dichiarato «immediata disponibilità» ad effettuare i test. «Grazie alla disponibilità della Regione Lazio e in collaborazione con l’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, queste persone – ha scritto la Caritas – avranno la possibilità di effettuare il tampone Covid-19 all’inizio e al termine dell’isolamento per una accoglienza in sicurezza per loro, gli operatori che li assistono e le altre persone delle strutture collettive».

Ieri in due hanno iniziato il periodo di isolamento «prudenziale» in luoghi messi a disposizione da istituti religiosi. Oggi gli ingressi continueranno. Per chi dovesse risultare positivo, la destinazione sarà invece uno degli «Hotel Covid-19» allestiti dalla Regione Lazio.