Alessandro Ranellucci, 32 anni, è il coordinatore esecutivo dei contenuti del Maker Faire Roma 2017 da quattro anni ed è una figura pionieristica italiana della stampa 3D. Ha iniziato nel 2011 realizzando dei modellini di architettura a basso costo per non pagare costosi service. Ha poi creato il software Slic3r, che muove le principali stampanti 3D e adesso è il più usato in tutto il mondo.
Da sempre fautore del concetto open source, ha anche una attività di docente, è direttore della Fondazione Make in Italy e curatore dei contenuti della MFR. L’incontro è avvenuto nei giorni di lancio della quinta edizione della fiera romana sull’innovazione tecnologica «dal basso».

Quali sono le sue aspettative per questa quinta edizione del Make Faire Roma 2017?
Mi aspetto di vedere un mondo dei makers molto più maturo rispetto alla prima edizione di cinque anni fa. Oggi le loro tecnologie e approcci sono diventati dei fenomeni diffusi nelle aziende e nella ricerca. Hanno assunto forme oggi note al grande pubblico come industria 4.0 e, in buona misura, ciò deriva anche dal portato culturale del mondo dei makers.
Mi aspetto quindi una maggiore presenza anche dal mondo delle imprese e un pubblico sempre più consapevole e pronto a entrare in questo cosmo, per capire le idee da vicino, toccandole con mano.

Quali sono i contenuti e gli ambiti che hanno fornito più progetti nella fase della «Call for Maker»?
Abbiamo avuto molti progetti legati alla salute, perché è un settore che si sta dimostrando assai adatto all’approccio dei makers, che da sempre si muovono in settori che non interessano il mercato. Poi abbiamo diversi progetti legati all’educazione, ma anche una serie di temi tradizionalmente identificabili con il mondo dei makers, la fabbricazione digitale, la stampa 3D, l’Iot – l’internet of things, l’artigianato evoluto, chiamato da noi new manifacturing. Questi sono i temi più presenti, ma va sottolineato che questa manifestazione è caratterizzata da una grandissima distribuzione di tutti gli argomenti.

Sia la mostra di Leonardo da Vinci presente all’interno del MFR 2017 che la giornata di presentazione dell’evento sono state create attraverso la realtà aumentata e realtà virtuale. Perché questa scelta?
Abbiamo deciso di puntare su questa tecnologia. La realtà virtuale si sta trasformando: sta passando da qualcosa che era prettamente ludico a qualcos’altro che si integra con le diverse tecnologie. Ad esempio, oggi si parla moltissimo di robotica, che rimane uno dei temi centrali della manifestazione di quest’anno. Abbiamo università e ospiti internazionali che interverranno nelle conferenza proprio su questo argomento. La realtà virtuale si sta inserendo con disinvoltura in questo mondo, perché rappresenta un pezzo importante nella interazione uomo-macchina.

Quanto è importante il sapere libero? Il MFR 2017 si può considerare la piattaforma di questo valore?
Più che sapere libero sarebbe meglio introdurre il concetto di sapere condiviso, proprio come condivisione della conoscenza e del sapere scientifico. È importante: i makers e il Maker Faire celebrano l’idea che le conoscenze tecnologiche possano aprire nuove strade. Strade positive per la società e con un portato economico su cui investire.

Le scuole e il sistema educativo come reagiscono alla fiera?
Abbiamo una sezione dedicata alle scuole e rappresenta il nostro fiore all’occhiello. Ci facciamo carico anche delle spese per gli spostamenti e i pernottamenti delle 55 scuole che partecipano alla fiera. Ogni anno è una grandissima soddisfazione presentare a Roma e al grande pubblico tutti i frutti di un anno di lavoro in classe. È un mondo trasversale e diffuso anche all’estero, ma che tutt’ora sembra essere una parte minoritaria dell’educazione. Si tratta di docenti coraggiosi che si meritano di essere valorizzati e incoraggiati.

Cosa consiglierebbe ai giovani makers o a chi semplicemente ha una idea, ma non ha l’interprendenza per realizzarla completamente?
Come prima cosa, lo inviterei al MFR 2017 per soffermarsi a parlare con i makers. Non solo a guardare, ma spingersi a capire le motivazioni di chi si è adoperato per una soluzione o quale problema si è cercato di risolvere. Spesso il valore dei progetti non è tanto l’idea, visto che tutto è stato inventato, ma la modalità con la quale ciascuno ha affrontato una problematica e se ha introdotto una variazione o un miglioramento su un tema specifico. Si può trarre ispirazione da alcune persone che hanno voluto affrontare un problema – magari non è un dilemma dell’umanità intera, ma sicuramente ha rappresentato un ostacolo reale per qualcuno. Si sono adoperati per trovare una soluzione anche se di portata limitata, e hanno deciso di trasformare un progetto in qualcosa di nuovo.

Nel corso di questi cinque anni, c’è un progetto o un’idea che le è rimasta più a cuore?
Assolutamente sì. L’anno scorso abbiamo avuto un premio che si chiamava Rome Prize, in cui il primo in palio consisteva in 100mila euro. Ha vinto una startup che ha realizzato un guanto che traduceva i movimenti del linguaggio delle persone sordomute e «parlava» al posto del disabile.

SCHEDA

Con la quinta edizione di Maker Faire, alla Fiera di Roma (in corso fino a domani), sono presentati al pubblico settecentocinquanta progetti provenienti da quaranta nazioni. Già questa cifra attesta il fatto che il Maker Faire italiano è uno degli appuntamenti «di massa» più importanti sull’innovazione tecnologica a livello europeo. Nel tempo, l’iniziativa romana è diventato anche un appetibile format per le imprese che vogliono applicare nella propria mission aziendale le soluzioni della cultura digitale confrontandosi con i makers che hanno scelto la fiera della capitale come piattaforma di lancio per i loro prodotti. Il concetto di questa edizione è impresa 4.0, in linea dunque con la retorica mainstream attorno all’innovazione tecnologica, Così per la durata dell’iniziativa sono presentati al pubblico simulazioni, workshop e seminari attorno ai processi organizzativa che vedono la produzione di merci come un flusso di informazioni capace di ottimizzare tempi e spazio del processo lavorativo. La liquidità di queste informazioni rende cioè efficace il processo produttivo, visto come un insieme che da dalla produzione alla logistica, la gestione della supply chain, la sicurezza, l’energia e la personalizzazione del prodotto. I temi sempre più avvincenti spaziano dall’ IoT – internet delle cose -, l’artigianato digitale, l’agricoltura 4.0, il cibo futuristico, la sensoristica, la mobilità smart, il riciclo e il riuso, edilizia sostenibile, robotica, realtà virtuale e realtà aumentata, salute e benessere, scienza e biotecnologie. ..
Uno spazio particolare è dedicato al primo maker della storia, Leonardo da Vinci. Il Maker Faire ospita infatti una mostra in realtà aumentata e virtuale dedicata alle opere dell’artista. I visitatori possono inquadrare dei target con tablet e smartphone che permettono la visualizzazione in 3D la simulazione delle complesse macchine leonardesche in movimento.
Anche questa edizione si arricchisce di iniziative finalizzate a valorizzare i migliori progetti, tra questi MySustainable City, che mira alla realizzazioni di idee innovative sul tema della mobilità metropolitana. Invece, Make to care è lo spazio dedicato alla disabilità, mentre Play It easy ha il fine di diffondere progetti volti a incrementare la partecipazione allo sport e agli eventi sportivi. In questa quinta edizione torna la House of Drones, la grande voliera dove gli appassionati possono guidare droni attraverso visori 3D e il pubblico può guardare direttamente negli occhiali del pilota con i monitor posti ai lati della voliera.  Molto ampia è l’offerta formativa: sono previsti corsi specifici rivolti ad artigiani e alle piccole imprese su temi come la stampa 3D , le lavorazioni di fresatura e laser, la manifattura robotica, la modellazione tridimensionale sugli strumenti di disegno per la digitalizzazione di prodotti e progettazione digitale per la moda.
Sono presenti ventotto università di cui cinque straniere provenienti da Grecia, Ungheria, Portogallo, Romania e Slovenia. Inoltre le cinquantacinque scuole selezionate dalla Call for School hanno uno spazio specifico per loro. L’obiettivo degli organizzatori è di far confluire venticinquemila studenti nei padiglioni della fiera.