La procuratrice generale di New York Letitia James ha citato in giudizio Donald Trump, tre dei suoi figli adulti e i dirigenti della Trump organization, per presunta frode fiscale. L’accusa è quella di aver manipolato in modo palese le valutazioni delle proprietà del tycoon per ingannare finanziatori, broker assicurativi e autorità fiscali.

Praticamente i Trump, a seconda che volessero tassi più vantaggiosi su prestiti bancari e polizze assicurative, o vrsare meno tasse, cambiavano il valore presunto dei loro beni: alti, quando si trattava di chiedere prestiti, bassi quando arrivava l’ora di pagare le tasse.
Questo, al momento, rappresenta il culmine di un’indagine che va avanti da anni, e la procuratrice ha chiesto la restituzione circa 250 di dollari milioni di presunti profitti illegali ottenuti con questa truffa, oltre al divieto di cinque anni per Donald Trump Jr., Ivanka Trump ed Eric Trump di partecipare a qualsiasi transazione immobiliare, una restrizione che, se implementata, di fatto significherebbe la fine dell’impero immobiliare dell’ex presidente e della sua famiglia.
La causa di James mira anche a vietare permanentemente a Trump ai familiari coinvolti nelle sue attività commerciali di prestare servizio come direttori o funzionari di qualsiasi società o attività commerciale di New York.
Oltre a questa causa civile la procuratrice sta anche per presentare un rinvio a giudizio ai pubblici ministeri federali di Manhattan, e un rinvio separato per frode fiscale all’Irs (Internal Revenue Service, l’agenzia governativa deputata alla riscossione delle tasse) sempre per le stesse accuse.
Trump non ha mai smesso di accusare James di voler mettere in atto una vendetta politica, ma in realtà le basi di questa causa sono state gettate tre anni e mezzo fa, e l’indagine è iniziata poco dopo che l’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, aveva testimoniato davanti al Congresso, affermando che il tycoon aveva regolarmente gonfiato il valore dei beni della sua azienda per assicurarsi dei tassi favorevoli sui prestiti.
Ora James accusa Trump e i suoi figli di aver messo in piedi più di 200 valutazioni finanziare dell’azienda fuorvianti, così come altre forme di dichiarazioni false, mentendo anche su la metratura del suo stesso appartamento, passato, nei documenti finanziari, da 11.000 a 30.000 piedi quadrati.
Per Trump quella della procura di New York è solo l’ultima di una serie, in costante aumento, di cause legali, e potrebbe non essere nemmeno la peggiore, vista tutta la serie di indagini e processi che si avvicinano a lui e a varie figure nella sua orbita.
La nuova causa intentata da James é arrivata proprio nella settimana in cui gli avvocati dei Trump stavano chiedendo a un tribunale federale di impedire al Dipartimento di Giustizia di indagare sui documenti di sicurezza nazionale altamente sensibili scoperti dall’Fbi nella sua tenuta di Mar-a-Lago. Intanto i pubblici ministeri federali stanno anche portando davanti a un gran giurí degli ex aiutanti e alleati di Trump, a causa dei loro tentativi di sovvertire le elezioni del 2020, mentre un altro gran giurì dell’area di Atlanta sta raggiungendo una fase critica nella propria indagine di illeciti elettorali commessi da Trump & co in Georgia.
Sempre a New York il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg si sta preparando a perseguire un caso di frode penale contro la Trump Organization, e recentemente ha ottenuto una dichiarazione di colpevolezza e un accordo con l’ex direttore finanziario della società Allen Weisselberg, che testimonierà al processo. L’ex presidente non è stato accusato in questo caso, ma James ha affermato che la sua causa si basa in parte proprio sulle prove delle direttive date da Trump a Weisselberg affinché gonfiasse vari rendiconti finanziari.