La mozione leghista di sfiducia chiude ogni discussione. Il treno gialloverde è arrivato all’ultima fermata. Invero, attendeva da tempo l’autorizzazione ad entrare in stazione da parte di Salvini. In realtà la crisi era già aperta il 7 luglio con il voto Tav. Per il governo il sottosegretario alla presidenza Santangelo (M5S) si è rimesso all’aula. Ma è stato bruciato sul tempo dal viceministro leghista Garavaglia, che a nome della Lega ha chiesto un voto pro Tav, «e contro chi blocca il Paese». Una esternazione impropria, consapevole e voluta. Qui comincia l’attacco della Lega. Perché sul Tav – avendo ormai vinto...