[do action=”quote” autore=”Tom Miller”]La maggior parte delle città cinesi sono orribili e grigie. Sono posti pratici che vogliono colpire e suscitare timore piuttosto che inspirare i cuori e le menti. Ma fin tanto che possono offrire una birra fredda, mi piacciono anche i posti orribili. E questo mi è stato utile per scrivere questo libro[/do]

Lasciare le campagne per le città è una tendenza della storia. Ma quello che sta accadendo in Cina, come recita il sottotitolo di Chinese Urban Billion è veramente «la più grande migrazione della storia dell’umanità». Nel 1980 i cinesi che vivevano in città erano meno di 200 milioni. Oggi, 30 anni dopo, sono più di 500. E entro il 2030 saranno 800 milioni.

Per arrivare a questo punto c’è bisogno di costruire città più grandi, dense e vivibili e di dare a chi viene dalla campagna l’opportunità di godere degli stessi diritti di chi è nato in città. Ci sono diversi esperimenti in atto e il libro di Miller li spiega e li esamina.

Ma rimane il rischio che le metropoli cinesi si trasformino in conglomerati urbani senza servizi e che le periferie si trasformino negli slum che fino a oggi questo stato monopartitico è riuscito ad evitare.

Ma la scommessa, secondo Miller, vale pena. È chiaro che la Cina non è più quel paese che cresce per la produzione di manufatti a basso costo e che – se vuole continuare a crescere – ora il passo è quello di trasformare gli operai e i contadini in consumatori.

È quello a cui punta l’attuale leadership così entusiasta dell’urbanizzazione ed è quello a cui punta l’Occidente che non vede l’ora che il mercato cinese diventi ancora più grande.

Ma tra il passato e il futuro c’è la Cina di oggi, quella in transizione. Ed è questa la Cina che Miller ci descrive da diverse angolature, quasi tutte inesplorate e sempre ben documentate.

Miller vive e lavora in Cina da 11 anni. Ascoltare ciò che dice è un dovere di chi vuole capire qualcosa in più di questo paese.