Che sia stato un magistrato della pubblica accusa la prima vittima del «trojan libero» – la possibilità di utilizzare largamente il virus informatico che trasforma i telefoni in microspie – è un curioso scherzo del destino. L’Associazione nazionale magistrati, di cui Luca Palamara – il pm intercettato e indagato per corruzione – è stato presidente, aveva infatti criticato le regole più stringenti sull’utilizzo dei virus informatici previste dalla riforma Orlando nel 2017. Grazie alla collaborazione del gestore telefonico, Palamara ha inconsapevolmente installato sul suo telefono un software che ha trasformato lo smartphone in un potente microfono ambulante, consentendo così l’ascolto...