L’emendamento che esclude le famiglie extracomunitarie dall’accesso alla carta famiglia potrebbe essere incostituzionale, segnalano i tecnici della Camera. Il testo è stato introdotto nella manovra mercoledì dalla commissione Bilancio con un emendamento a firma leghista.

Il Servizio studi di Montecitorio, nel dossier «Elementi per la valutazione degli aspetti di legittimità costituzionale», rileva: «La norma, nella parte in cui esclude, rispetto alla disciplina vigente, il rilascio della carta famiglia agli stranieri residenti nel territorio italiano, non appartenenti a paesi membri dell’Ue, pare suscettibile di valutazione alla luce della giurisprudenza costituzionale relativa alle erogazioni di servizi sociali per lo straniero legalmente residente in Italia da lungo periodo».

La carta famiglia è stata istituita nel 2016 ma è entrata in vigore solo quest’anno: il suo utilizzo garantisce uno sconto dal 5 al 20% (in base alle convenzioni stipulate dagli enti pubblici) su medicine, mezzi di trasporto, alimenti, prodotti per la pulizia della casa e l’igiene personale, bollette di acqua, luce e gas, tassa sui rifiuti, eventi culturali e materiale scolastico, manifestazioni sportive e palestre.

La platea di famiglie beneficiarie attualmente comprende italiani, cittadini comunitari e immigrati non provenienti dalla Ue regolarmente residenti, con almeno tre figli minorenni e un Isee inferiore ai 30mila euro. Con l’emendamento leghista, la legge in vigore viene invece modificata in modo da cancellare, a partire dal 2019, le famiglie migranti extra Ue. Inoltre, il paletto dell’età dei figli viene innalzato fino ai 26 anni e viene anche eliminato il requisito Isee. In sostanza, per il Carroccio basta avere tre figli ed essere europei così si tolgono i migranti e si amplia la platea di potenziali beneficiari autoctoni.

L’emendamento non comporta risparmi per le casse pubbliche poiché è previsto un budget fisso di un milione di euro all’anno per il triennio 2019-2021, a valere sul Fondo per le politiche della famiglia.

«I 5 Stelle sono ormai disponibili ad assecondare ogni azione di stampo discriminatorio, diventando palesemente complici di una deriva razzista», commenta Elena Carnevali, esponente del Pd nella commissione Bilancio di Montecitorio.

La modifica della platea della carta famiglia non è la sola a riguardare i migranti. Un altro emendamento al ddl Bilancio ha cancellato la norma che riservava oltre 30 milioni all’assistenza sanitaria degli immigrati: le regioni presteranno comunque assistenza agli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale ma possono decidere di utilizzare i fondi in altro modo. Il risultato è fornire una nuova leva per praticare il mantra leghista «prima gli italiani».