«Che assurda questa neve. La neve a Roma è una sorpresa fatta a bimbi troppo piccoli. Il tergicristallo si lamenta e delimita una specie di finestrella in tutto quel bianco che si ammucchia morbido sul vetro». È questo l’incipit del romanzo La neve. Ambientato tutto in una notte di neve tra il 3 e il 4 febbraio del 2012 nella capitale. L’epilogo è invece ai giorni nostri, in piena pandemia.

OSCAR È UN GIORNALISTA frustrato, senza pretese di carriera in un’emittente televisiva dove fa il turno di notte: meno gente in redazione, viene pagato qualche soldo in più. A causa di una forte nevicata, resta bloccato e così rivede la cinquantacinquenne Maria Sandra, la spregiudicata direttrice generale dell’emittente. Mentre l’autista cerca di far ripartire la Mercedes, Maria Sandra sale sulla Punto di Oscar che ha il riscaldamento acceso.

Originaria di un borgo ligure, ha studiato a Milano per trasferirsi a Roma, scalando i vertici aziendali grazie a una serie di compromessi. Non ultimo l’essere stata stesa su un tavolo di cristallo dal presidente, che le alza la gonna con un gesto violento. Nelle pagine in corsivo, l’io narrante è una telespettatrice qualunque, anziana, in un appartamento nei pressi di Ponte Sisto: le sue vicende dimostrano che anche le persone comuni possono avere una vita complessa, seppur lontana dai riflettori. La vicina di casa dell’anziana è Carmen, una giovane giornalista vittima di mobbing che approfittando della distrazione della sua arrogante capo redattrice, trova il modo per vendicarsi dopo anni di soprusi.

NEL ROMANZO, il comune denominatore è la solitudine: ci sono mariti, mogli, amanti, figli, sorelle, ma nessuno lascia veramente il segno e – alla fine – ci si ritrova soli. La neve è scritto in punta di penna ed è una satira feroce nei confronti di un certo giornalismo televisivo. In centoquaranta pagine, l’autrice demolisce il mito dell’inviato di guerra soprannominato mister terrazzo: «Mandava in onda la sua espressione maschia e riflessiva con le immagini girate dall’operatore che si era sbatacchiato per strada allungando mance ai ragazzini coperti di polvere, rischiando, lui sì, di saltare in aria con la telecamera, per documentare quanto era ingestibile la situazione del paese e rischiosa la porca vita del giornalista, quello sulla terrazza. Che poi scrive un bell’instant book sulla faticosa, maledetta vita dell’inviato. Dopo qualche anno, gli arriva la ricompensa ambita: un bel programma da condurre, intelligente, orario di ottima fascia, con inchieste e reportage di splendida fattura, preparati da una popolosa redazione di giovani giornalisti, malpagati e spremuti fino all’osso».

UN LIBRO IRONICO, con un bel ritmo, che vale la pena leggere. L’editore è All Around, di copie in giro se ne trovano poche e bisogna andare online (costa 12 euro). L’autrice è la giornalista Gianna Besson, ha lavorato alla redazione cronaca e poi a Tv7 – Speciali del TG1. La neve è una storia inventata, ma forse anche un po’ vera.