Sabato 27 giugno lavoratrici e lavoratori di spettacolo, arte e cultura saranno a Roma per una manifestazione nazionale. Ad un mese dalla grande giornata diffusa del 30 maggio si riuniranno, nuovamente a livello unitario, nella capitale. Il count-down è iniziato e a Milano domenica 21 giugno ci sono state due diverse iniziative. Dalle 15,30 davanti al Castello Sforzesco – dove si inaugurava l’Estate Sforzesca, iniziativa culturale patrocinata dal Comune di Milano – un centinaio di aderenti al coordinamento lombardo dei Lavoratori e Lavoratrici dello spettacolo hanno presidiato l’ingresso, esposto striscioni con la scritta “il nostro lavoro è dal vivo, NO al Netflix della cultura”, e distribuito volantini. Una loro delegazione è stata invitata sul palco ed è intervenuta, prima dell’inizio dei due spettacoli in programma, per ricordare che “lavoro nero, mancanza di contratti adeguati, precarietà, riduzione di investimenti pubblici nel settore, poca sicurezza e intermediazione del lavoro sono solo alcuni degli aspetti che ci stanno facendo pagare questa crisi più che in altri paesi europei. Tornare a lavorare sì, ma con radicali cambiamenti. Basta precarietà”.

A MEZZOGIORNO in Piazza Duomo, è andato in scena un flash-mob organizzato dal percorso “la musica che gira”. Manuel Agnelli, Calibro 35, Cosmo, Dente, Diodato, Ghemon, Mauro Ermanno Giovanardi, Lino Gitto, Lodo Guenzi, Levante, Andrea Poggio, Wrongonyou, Angelo Trabace, Giovanni Truppi, Saturnino, Selton, The Winstons e una rappresentanza delle figure professionali del settore musica hanno messo i loro volti e i loro corpi in piazza. E sono stati in silenzio, denunciando che “il Governo ancora una volta stenta a riconoscerne il valore economico e produttivo del settore, tanto da essere in parte escluso dalle politiche del MIBACT e da non non poter, ancora, contare su nessuna certezza sugli aiuti previsti per i prossimi mesi, mesi che saranno all’insegna di una ripartenza tutt’altro che facilmente sostenibile”. Due piazze vicine e in continuità che però si sono mosse senza alcuna sinergia e senza sapere l’una dell’altra. Lo stato d’agitazione in cui versa il mondo dello spettacolo per diventare vincente, scrivere nuove regole che garantiscano diritti per tutta la filiera, ribadendo che la cultura è un lavoro ma anche una forma di crescita collettiva dovrà, velocemente, diventare unitario.