«Sto trasmettendo questa prova in modo che sappiate chi mi ha assunto e ha pagato per la bomba» afferma Melvin Theuma, l’intermediario degli assassini di Daphne Caruana Galizia, in una lettera scritta dopo l’arresto e pubblicata ieri dal Times of Malta. «Lo faccio perché ho capito che queste due persone, Yorgen Fenech e Keith Schembri il-Kasco, stavano cercando di liberarsi anche di me» continua il tassista maltese. Accuse gravissime quelle rivolte nei confronti dell’imprenditore dei casinò e dell’ex capo di gabinetto del premier. Quest’ultimo, si legge nella lettera, avrebbe anche offerto un posto di lavoro di rilievo a Theuma, che alla fine non gli è stato garantito. Tuttavia, secondo una fonte citata dal Times of Malta, Theuma avrebbe dichiarato agli inquirenti di aver scritto il nome di Schembri solo per “spaventare” Fenech ma in realtà non è a conoscenza di un suo eventuale coinvolgimento nell’omicidio.

Immediate le reazioni dei famigliari della giornalista uccisa che hanno depositato un esposto in tribunale in cui chiedono che sia indagato anche il premier Muscat per aver protetto il suo braccio destro in questi ultimi due anni.

Nel frattempo la delegazione dei parlamentari europei è giunta a Malta nella giornata di ieri, dove hanno incontrato il primo ministro e gli investigatori. Le dichiarazioni rilasciate dall’europarlamentare liberale olandese Sophie in’t Veld non lasciano spazio a fraintendimenti. Se da un lato elogia il lavoro degli inquirenti, dall’altro afferma di non essere uscita «rassicurata» dall’incontro con Muscat «che ha commesso dei gravi errori di giudizio e direi che rimanere più a lungo del necessario sarebbe un altro errore di giudizio». I membri della delegazione, inoltre, si dicono «estremamente preoccupati» per il rilascio di Keith Schembri.

Con la giornata di ieri si è superato il nono giorno di protesta organizzato dalla società civile. Le parole e gli slogan sono sempre gli stessi: «giustizia», «dimissioni» e «mafia». Lunedì ci sono stati momenti di altissima tensione quando centinaia di manifestanti hanno ostruito una delle uscite del Parlamento, bloccando i deputati laburisti per più di due ore. Chiedevano le dimissioni immediate di Muscat, il quale sabato aveva annunciato di dimettersi il 18 gennaio prossimo. Data considerata troppo lontana per tutti.