Parlare del tempo una volta era sinonimo di parlare di cose irrilevanti, non è più così. Il meteo è la forma di utilizzo quotidiano di un’analisi sui cambiamenti climatici a cui i meteorologi si sottopongono giornalmente. Così a due capi diversi del mondo due meteorologi distanti per chilometri, età e passato, arrivano alle stesse conclusioni, veicolano gli stessi messaggi allarmanti e sono un punto di riferimento per molti: Luca Lombroso e Nicky Ocean.

Nicky è conosciuto su Twitter come @occuweather, l’account di Occupy Wall Street fondamentale durante Sandy e l’emergenza Polar Vortex dello scorso inverno. Vive in una piccola barca ancorata a un molo di downtown Manhattan, è giovanissimo ed è seguito da militanti e non anche solo per sapere che tempo farà domani, nonostante il suo approccio al meteo non sia soltanto da divulgatore di previsioni, anzi. «Ho iniziato l’account twitter @occuweather il 19 settembre 2011 – dice Nick – Era il terzo giorno di Ows a Lower Manhattan. Tutti mettevano a disposizione le proprie competenze e agli inizi nessuno sembrava aver bisogno di qualcuno con un background in meteorologia, fino a quel luminoso pomeriggio di sole che si trasformò velocemente in una giornata buia e tempestosa. Usando la mia formazione in previsioni meteorologiche, sono stato in grado di fornire aggiornamenti meteo cruciali, tra cui l’ora esatta in cui la pioggia si sarebbe fermata e esattamente quanta ne sarebbe caduta. Tre anni dopo, sono ancora attivo su Twitter sul cambiamento climatico e quello che si chiama, semplicisticamente maltempo in tutto il mondo. Chi fa meteo si confronta ogni giorno con anomalie, dovute al cambiamento climatico».

«Ma il cambiamento climatico –aggiunge Nick Ocean –è assolutamente una questione politica. In America la maggior parte dei repubblicani sostiene di non credere che le emissioni industriali dell’uomo stiano avendo l’effetto di aumentare le temperature globali. La maggior parte dell’economia mondiale si basa su tecniche energetiche o di produzione che liberano gas ad effetto serra. Loro lo negano, noi lo affermiamo».

Luca Lombroso invece vive in Emilia, è famoso per aver partecipato a trasmissioni televisive e come voce radiofonica, ha un infinito medagliere accademico e condivide l’allarme di Nicky: «I disastri a cui ci stiamo avvicinando li vedremo anche noi, non solo le generazioni future, e alcuni li stiamo già vedendo, è un processo in atto, non in forse o solo previsto. Nei decenni passati c’era una sovra responsabilizzazione del singolo, sulle sue abitudini quotidiane, evitare l’uso di prodotti dannosi per l’ambiente».

«Ormai questo non basta più – prosegue Lombroso – le abitudini del singolo non fanno una differenza apprezzabile, così come non è sufficiente limitarsi a fare pressioni su i leader mondiali affinché facciano leggi, prendano decisioni sensate. La strada è quella delle comunità, piccole o meglio ancora grandi, che si organizzano implementando uno stile di vita collettivo basato sulla sostenibilità, sul rispetto dell’ambiente, con l’uso di energia non invasiva e distruttiva. In questo senso la questione meteo-ambientale si sposa ancora di più con quella politica. Il meteo ormai non è più solo parlar «del» tempo. Quello che si vede è che domani pioverà di nuovo ma perché questo accade è tutto un altro discorso che in Italia, purtroppo, non ha ancora sufficienti ascoltatori».

Andrai alla manifestazione, domenica? chiedo a entrambi.

«Purtroppo lavoro – dice Nicky – altrimenti sarei sicuramente andato, in questa fase di cambiamento climatico è fondamentale far sentire la nostra voce. Come società dobbiamo lanciare dei messaggi, dobbiamo costringere le compagnie ad abbracciare una svolta verde».

«So che ci saranno delle manifestazioni anche a Milano e a Roma – risponde invece Luca – non so quanto saranno grandi, non lo saranno certamente quanto quella di New York, dove davvero mi piacerebbe essere, ma comunque è importante che si raggiungano quante più coscienze individuali per formare una grande coscienza collettiva».