Una digital library con trecento nomi, cinque podcast e una mostra virtuale si aggiungono al portale «Resistenti ebrei d’Italia» del Centro di documentazione ebraica di Milano in vista del 25 aprile. Due le regioni oggetto della ricerca – Liguria ed Emilia Romagna – che proseguono l’indagine dello scorso anno su Campania, Lazio e Toscana.
La ricerca continua un impegno nato nel 1955 dai giovani della Federazione giovanile ebrei d’Italia, i primi a raccogliere le testimonianze dei partigiani ebrei. Nella ricerca di oggi, però, la definizione della curatrice Liliana Picciotto fa proprio il lavoro degli storici di questi anni: si tratta quindi non solo dei partigiani combattenti ma anche di coloro che si impegnarono nella Resistenza civile, nell’aiuto e nella fuga dei cittadini ebrei, già espulsi dal consesso civile dal fascismo con le leggi razziste del 1938 e poi oggetto della persecuzione delle vite con l’occupazione nazista e la complicità attiva della Repubblica sociale italiana.

STORIE, quindi, sia di partigiani che di resistenti quelle raccontate nei podcast di Lorenzo Pavolini. Le donne, in queste regioni, sono le grandi assenti: colpa della definizione di partigiano data dallo Stato nel dopoguerra che includeva i soli combattenti, restarono fuori quindi tutte coloro che parteciparono alla Resistenza con il semplicistico appellativo di «staffetta».
Ma le donne torneranno sicuramente con l’avanzare della ricerca che, da sud a nord, segue l’andamento delle truppe Alleate. Tra tutte comparirà sicuramente la storia di Rita Rosani, una delle poche donne a essere insignita della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Intanto le storie online quest’anno: irredentista e pluridecorato della Grande guerra Mario Jacchia fu tra i fondatori del Partito d’Azione nel 1942 e durante la Resistenza fu comandante militare di tutte le formazioni della zona nord dell’Emilia. Catturato a Parma, l’ultimo a vederlo fu Giorgio Amendola, prigioniero con lui. Torturato più volte, Jacchia venne portato via in segreto e di lui si perse ogni traccia.

INCREDIBILE LA VICENDA di Hermann Wygoda, tedesco residente a Varsavia allo scoppio della guerra. Grazie a documenti falsi viene inquadrato nell’Organizzazione Todt che assicurava lavoratori civili alle truppe naziste attraversando così l’Europa in guerra fino ad arrivare a Savona dove, sospettato di essere una spia inglese, viene arrestato. Evaso dal carcere si unisce alla Resistenza fino a diventare comandante della seconda Brigata d’assalto Garibaldi.
Nello scorrere le pagine e le fotografie del portale, come nell’ascoltare le storie, ciò che colpisce è l’unicità assoluta di ciascuna vicenda, di ciascun nome emerso dall’oblio, ne appare un ritratto sfaccettato della vicenda ebraica italiana. Gli ebrei infatti non furono solo vittime destinate alla fuga o allo sterminio ma combatterono e aiutarono come ben racconta la vicenda di Mario Finzi, collaboratore della Delasem, l’organizzazione che aiutava le migliaia di ebrei profughi. Nella corrispondenza, sopravvissuta alla morte ad Auschwitz del suo autore, richieste di ogni sorta: un passaggio a Shangai per una vedova viennese, la domanda di un ricovero in ospedale, il ringraziamento per la spedizione di un paio di scarpe. Un altro volto della Resistenza.