Nel secondo dopoguerra, osserva Mimmo Franzinelli, i settimanali popolari hanno contribuito in modo determinante a riadattare al contesto la figura di Benito Mussolini, limando ogni spigolatura che fuoriuscisse da una precisa cornice rassicurante. Per un ventennio la sua immagine «era stata somministrata agli italiani a senso unico, secondo precise direttive ministeriali scandite dalle ’veline’ recapitate ai direttori di quotidiani e periodici, col risultato di inculcare nella popolazione una visione del dittatore destinata, almeno in parte, a sopravvivergli». È la macchina della costruzione del consenso, non meno spaventosa rispetto a quella di repressione del dissenso che lo storico Franzinelli ha studiato...