Saga di un popolo, epopea di una nazione, racconto corale che si dipana attraverso singole storie connesse da una stessa maledizione, Kintu (66thand2nd, pp. 464, euro 20, traduzione di Emilia Benghi) di Jennifer N. Makumbi traccia il percorso dell’Uganda in duecentocinquanta anni, segnandone l’evoluzione dalle origini precoloniali a nazione moderna e sorta di «Africanstein» creata in laboratorio dagli europei. IN APERTURA, un giovane viene prelevato dalla sua casa tra le baracche e gli acquitrini di Kampala, capitale del paese, da pubblici funzionari che lo accusano ingiustamente di furto, e che dopo un interrogatorio sommario lo abbandonano al linciaggio della folla...