E poi dicono che il governo non conta. È bastato che il ministro Federica Guidi desse ragione ai sindacati e decidesse per una «trattativa ad oltranza» e la vertenza Ast Terni si è immediatamente sbloccata. Aperta. Iniziata. Anche se è lontanissima dall’essere risolta. Perché dall’altra parte del tavolo c’è sempre Lucia Morselli, una che ha cambiato idea e si è rimangiata le promesse di cambiare il suo piano industriale almeno una decina di volte in questi lunghi 5 mesi di trattativa. Cinque mesi partiti a luglio con un piano che prevedeva 550 esuberi e lo spegnimento del secondo forno.

Tra una provocazione e l’altra ai lavoratori, in tre mesi gli esuberi sarebbero scesi a 290 anche perché circa 150 lavoratori hanno accettato la buona uscita da 80mila euro lordi (60mila netti senza ammortizzatori sociali).

Ora, sotto la pressione del governo e quella della proprietà tedesca – che vuole sì tagliare ma si è stancata delle polemiche e del blocco produttivo e che ieri ha mandato al tavolo anche il responsabile delle politiche governative Peter Sauer almeno al mattino – Morselli si è detta disponibile a modificare il piano. Il nodo gordiano della trattativa riguarda la durata e le verifiche del piano stesso.

Morselli sembrava irremovibile su un piano biennale che alla sua conclusione arrivasse ad una decisione definitiva sul secondo forno: spegnerlo – e quasi dimezzare la produzione – o tenerlo acceso. I sindacati – e dalla settimana scorsa anche il governo – chiedono un piano quadriennale con verifiche semestrali. Se Morselli mettesse nero su bianco questa opzione, i margini per arrivare ad un accordo, seppur sofferto, ci sarebbero. Ma alle 22, dopo la pausa, questo non era ancora avvenuto.

Al 28esimo giorno di sciopero e di blocco della produzione i 2.200 operai diretti delle Acciaierie speciali Terni incrociano le dita. Davanti a viale Brin il presidio va avanti e tutti sono al telefono con i sindacalisti e con la piccola pattuglia di lavoratori radunata sotto il ministero e sotto la pioggia, in attesa dalla mattina. Il tavolo è iniziato intorno alle 11 con la presenza di Maurizio Landini, venuto a dar man forte alla delegazione Fiom Cgil, di cui è tornato a far parte a tarda sera. A pranzo la svolta inaspettata. La volontà del governo di andare avanti ad oltranza ha portato i sindacati a decidere di annullare le assemblee previste a Terni per oggi e a cercare di arrivare ad un ipotesi di accordo. Una mossa delicata: non possono presentarsi davanti ai lavoratori con testo troppo al ribasso. Proprio per questo motivo, a differenza degli incontri precedenti, le notizie filtrano col contagocce.

Il pomeriggio è partito con l’apertura di Morselli sul piano quadriennale. Poi si è passati ad analizzare tutti gli altri punti, a partire dagli accordi integrativi che Morselli ha già sostanzialmente cancellato (premio di produzione in primis) lasciando solamente l’indennità notturna. Poi verso le 17 il ministro Federica Guidi ha dovuto lasciare la riunione. Per incontrare il commissario europeo all’energia Maros Seferovic. È ritornata verso le 19. Preparandosi ad una lunga notte di trattativa.