Il popolo ungherese ha detto no alla mobilitazione generale promossa dal presidente Orbán per respingere i profughi dal territorio nazionale e sottrarsi a una delle poche regole sensate, ancorché insufficienti, decise dall’Unione europea: una ripartizione tra gli Stati membri dei profughi “oggetto” di ricollocamento. Ha detto no, quell’elettorato, nell’unico modo che gli era consentito: disertando in maggioranza le urne per far mancare il quorum al referendum, nonostante gli sforzi del governo e delle forze xenofobe, Chiesa compresa, per chiamare gli elettori alle urne, dato che una secca maggioranza di favorevoli al respingimento era comunque scontata. E’ un sistema odioso, quello...