Che la ludopatia possa essere considerata una patologia psichiatrica (diagnosi di gioco d’azzardo patologico, G.A.P.) in presenza di alcuni indici significativi non appare discutibile. Quello che appare discutibile è la possibile ricaduta di essa sulla capacità di intendere e di volere del soggetto al punto da abolirla completamente. In tal senso, invece, sembra essersi espresso il Tribunale di Milano, sezione VII penale, che ha prosciolto, per totale incapacità di intendere e volere, dall’accusa di reiterati furti una donna dichiarata giocatrice patologica, «con dipendenza dall’abitudine del gioco quale condizione per cui il soggetto non può impedirsi di compiere furti in modo...