Matteo Salvini blinda di nuovo i porti italiani e tra le truppe parlamentari del Movimento 5 Stelle spaesate dal voto alla cieca sulla legge di bilancio emergono le solite voci di dissenso. Non è proprio una fronda, perché la maggior parte degli eletti pare impegnato in altre faccende: le defezioni esplicite sono limitate e non è facile capire quanto esprimano un malumore diffuso. Spesso i parlamentari in sofferenza si riconoscono tramite segnali che mandano tra le righe. Una senatrice ribelle, la partenopea Paola Nugnes, affida al suo profilo Facebook un augurio di Natale al vetriolo, accompagnato alla foto della nave coi migranti in cerca di approdo e il messaggio: «Brindate alla luce intermittente dell’albero coi doni impacchettati al caldo delle vostre case e la pancia piena». A chi le chiede spiegazioni Nugnes risponde chiaramente: «Io mi batto come posso, non ho sostenuto questo scempio e lo combatto tutti i giorni, a mio discapito. E non è facile».

Si espone anche un’altra senatrice, Elena Fattori, che era stata tra i cinque che a palazzo Madama erano usciti al momento del voto sul decreto sicurezza. Fattori contesta al ministro dell’Interno la competenza di decidere sulla materia. «A quanto mi risulta i porti non sono chiusi ed una eventuale decisione non spetta a Salvini», dice Fattori. Le risponde però il suo compagno di partito Danilo Toninelli, che come ministro delle Infrastrutture è competente sulla materia e non si discosta dalla linea del vicepremier leghista: «Sul caso Open Arms l’Italia non ha coordinato i soccorsi in acque Sar libiche, esattamente come non lo hanno fatto Francia, Spagna o altri. Allora cosa vuole fare l’Ue? Serve una risposta dell’intera Europa all’emergenza».

Da ex capitano di fregata, il senatore Gregorio De Falco propone un’analisi più generale della situazione. Per De Falco, che ormai da tempo rivendica il suo dissenso con la linea Di Maio in nome della coerenza ai principi del M5S, l’episodio della Open Arms evidenzia «la necessità di avere una condivisione europea del fenomeno, da raggiungere soltanto attraverso istanze sovranazionali e internazionali». Da qui la critica all’esecutivo per non aver aderito al Global compact sull’immigrazione: «Nel momento in cui l’Italia vuole far valere la propria posizione – afferma De Falco – deve presentarsi in quelle sedi istituzionali e lì ottenere l’adesione degli altri paesi, così come era stato fatto per un paio d’anni partecipando attivamente e intelligentemente ai lavori del Global compact. Non è ragionevole aver disertato il tavolo di Marrakech». De Falco sottolinea la necessità di rafforzare le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo: «Gli sbarchi sono diminuiti – dice – Ma è anche vero che non accenna a diminuire la tensione alle frontiere e questo si traduce in un raddoppio dei morti in mare. Occorrerebbe intensificare l’azione di salvataggio in mare, ma non solo da parte dell’Italia».

Non si esprime il presidente della Camera Roberto Fico, che in passato proprio dopo un altro caso che aveva coinvolto Open Arms aveva detto che i porti dovevano essere aperti perché in queste faccende servono «testa e cuore». Luigi Di Maio lo smentì subito: «Lo rispettiamo ma parla a titolo personale». Oggi dovrebbe atterrare a Roma Alessandro Di Battista, da mesi impegnato in un viaggio per l’America centrale con famiglia al seguito. Si era sparsa la voce che avrebbe subito incontrato i parlamentari, ma è stata subito smentita. Quello che pare sicuro è che Di Battista incontrerà sotto le feste il «capo politico» Luigi Di Maio. Il quale non pare affatto impensierito dal ritorno dell’altro volto noto del M5S: «Passeremo le vacanze insieme, spero proprio che decida di candidarsi alle elezioni europee ma non posso garantirlo», dice Di Maio.