La parità nei diritti civili comincia a farsi spazione nei luoghi di lavoro, almeno a partire dai call center. La società Call&Call – 60 milioni di fatturato e 2500 operatori in tutta Italia – ha deciso, in accordo con i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, di riconoscere il congedo matrimoniale alle coppie omosessuali che si sposano nei paesi dove questo tipo di unione è riconosciuto.

Il presidente Umberto Costamagna spiega che l’idea gli è venuta da un caso concreto, quando una delle sue dipendenti del call center di Pistoia, la trentunenne Elisa, gli ha chiesto il permesso per la cerimonia che il 30 settembre la unirà alla sua compagna Valentina, di 34 anni. Per ragioni note a tutti il matrimonio non si potrà svolgere in Italia, ma si celebrerà in Germania. Le coppie omosessuali godranno anche loro dei 15 giorni che la legge attualmente riserva solo ai novelli sposi eterosessuali.

«Si tratta di una scelta di equità, in una logica di giustizia e di parità di diritti che ci sembra doveroso riconoscere a tutti», spiega Costamagna. Le sedi del gruppo Call&Call sono situate a Cinisello Balsamo (Milano), La Spezia, Pistoia, Roma, Locri (Reggio Calabria) e Casarano (Lecce). Oltre 2300 dei 2500 operatori impiegati hanno un contratto subordinato da dipendente, e anche questo dato in effetti – nella precarietà ormai generalizzata – può essere citato come ulteriore punto di merito. Negli anni passati Costamagna è stato presidente dell’associazione dei call center in outsourcing.