Maguy Marin. Basta pensare al nome per avere negli occhi un grupnome per avere negli occhi un gruppo stretto di personaggi in goffi abiti chiari, i piedi strascicati, il corpo affaticato, il volto scavato dal trucco espressivo. Danzavano in quel May B che più di trent’anni fa, era il 1981, segnò un momento focale nella storia dell’allora giovane coreografa di Tolosa, formatasi con il guru del balletto moderno degli anni Sessanta, Maurice Béjart. Lo spettacolo si ispirava a Samuel Beckett, Maguy lo presentava come «l’inizio di una lettura segreta dei nostri gesti più intimi, più reconditi, più sconosciuti». May B,...