Altissima e avvolta da un’armatura di ferro, Brienne of Tarth fa la sua comparsa nella seconda stagione di Game of Thrones, nel corso di un torneo organizzato dall’aspirante re di Westeros Renly Baratheon per trovare un nuovo valoroso cavaliere che faccia parte della sua guardia reale.
Accolta con ironia dagli astanti, sconfigge senza troppo sforzo il suo avversario, e giura fedeltà a Renly – il primo di molti giuramenti per Brienne: i suoi «padroni», infatti, muoiono tutti in rapida successione. Renly viene ucciso di lì a poco da una stregoneria della sacerdotessa Melisandre per conto del fratello Stannis – che naturalmente mira lui stesso al Trono di spade.

La guerriera presta allora servizio e protezione alla signora di Casa Stark, Catelyn, che verrà anche lei uccisa in uno dei momenti più celebri di tutto Game of Thrones: il «matrimonio di sangue» dove lei, suo figlio Robb con la moglie incinta – così come buona parte delle loro truppe – vengono massacrati senza pietà dal loro alleato/traditore Walder Frey.
Ma Brienne è tra i pochissimi personaggi di Got a non essere guidata dalla sete di potere o di vendetta: perfino quando uccide Stannis per vendicare Renly sembra farlo più per osservanza delle regole che accecata dall’odio. Fortissima e sinora imbattuta – sconfigge anche il temuto Mastino – è infatti quasi ingenua nella sua fedeltà alle regole cavalleresche in un mondo dominato da tradimenti, massacri e coltellate alle spalle.

Ma è proprio questa sua buffa e commovente qualità donchisciottesca a fare breccia in quello che fino all’incontro con lei è uno dei personaggi più negatividella serie: Jaime Lannister, che avevamo conosciuto mentre lanciava un bambino dalle mura di un castello. Sarà proprio Brienne a seminare un barlume di umanità in Jaime, che per salvarla – nell’unica situazione in cui, affrontata da troppi nemici, non poteva farcela da sola – perde la mano destra. E sarà lui a regalarle la sua preziosa spada, che Brienne ha opportunamente battezzato Giuramento.