Contenuti duri, ma in tono più morbido e velato: ecco la nuova ricetta della Fpoe, partito fondato da Joerg Haider, per lunghi anni leader dell’estrema destra di maggiore successo in Europa. «L’Austria ci ripensa, troppa Ue è stupido» dicono i suoi manifesti elettorali sui muri di Vienna. I populisti e xenofobi sono in crescita: i sondaggi danno il partito di Heinz Christian Strache, successore di Haider, al 21%, quasi alla pari con i due ex grandi partiti, i socialdemocratici (Spoe) e popolari (Oevp) logorati dalla grosse Koalition che governa l’Austria dal 2006 (entrambi al 23%). Il partito del multimiliardario austrocanadese Frank Stronach, appena nato, già non esiste più. Si contendono il quarto posto (intorno al 13%) i Neos, nuovo partito liberista di giovani renziani, e i Verdi. C’è anche l’Altra Europa, Europa anders, della sinistra di Alexis Tsipras che è data intorno al 3%, ma potrebbe farcela a superare il quorum del 4%.

A pochi giorni dal voto il tono della Fpoe si è fatto più deciso, il programma più chiaro: referendum sull’uscita dall’Ue insieme a Marine Le Pen, se non ci sarà una svolta di linea politica con un nuovo trattato e il ritorno a maggiori competenze degli stati nazionali. E poi: uscita da Schengen e sospensione di uno dei pilastri della Ue, la libera circolazione dei lavoratori. Sintomatica la vicenda del capolista della Fpoe Andreas Moelzer, già ideologo di Haider, costretto dall’indignazione di una vasta maggioranza di opinione pubblica a dimettersi. Prima aveva paragonato l’Ue al terzo Reich, successivamente l’aveva definita «un conglomerato di negri votato al caos» e in ultimo aveva definito di colore «nero pesto» il calciatore David Allaba, una sorta di Balotelli austriaco.

A tradurre la crociata antiimmigrati in pratica ci pensa in ogni caso la ministra degli interni Johanna Mikl Leitner dei popolari della Oevp. Non solo leggi e pratiche sempre più restrittive, ma anche rifugiati denigrati come trafficanti (i pakistani del refugee protest camp) con accuse rivelatesi poi false: una macchinazione ordita da ministero degli interni e polizia, con la complicità di un pubblico ministero, costata 6 mesi di carcere a degli innocenti.

In un clima pesante di crescita della violenza di gruppi neonazisti (+26%, dati ufficiali), sono comparsi muri imbrattati da scritte naziste cubitali alla vigilia della manifestazione per commemorare la liberazione del campo di Mauthausen. E sabato scorso l’estrema destra è scesa in corteo, per la prima volta da anni, nel centro di Vienna, con un gruppo nuovo, gli «Identitari», legati al francese Bloc identitaire e all’italiana Casa Pound. Erano in cento. Il controcorteo antifascista di Offensiva contro la destra ha subito cariche violentissime.

Una scena diversa, invece, domenica scorsa nella sede del governo. Il cancelliere Werner Faymann e il ministro della cultura Josef Ostermayer (entrambi socialdemocratici) hanno ricevuto la vincitrice dell’Eurovision song contest Conchita Wurst, ringraziandola per l’immagine di apertura e tolleranza dell’Austria e dell’Europa da lei rappresentata. «Sei bella come donna e bello come uomo» l’ha acclamata una folla di 10mila persona con bandiere arcobaleno accorsa davanti al palazzo del governo, dove Conchita ha dato un concerto. Con un «elegante» gioco di parole, il populista Strache ha chiarito la sua linea: «Wir sind fuer die aermsten der armen, statt die waermsten der warmen», Noi siamo per i più poveri dei poveri, e non per i più froci dei froci. Le urne decideranno.