Ancora una volta in Sardegna infuria la battaglia del cemento. Il Piano casa presentato dalla giunta sardo leghista guidata da Christian Solinas andrà in discussione in consiglio regionale a partire da oggi. E le associazioni ambientaliste attaccano: «È un nuovo attentato all’integrità del paesaggio – denunciano Legambiente, Italia Nostra, Wwf, Lipu e Fondo ambiente italiano (Fai) in una nota comune – Siamo in presenza di un atto di indiscriminata devastazione del territorio, con edificazioni a pioggia e incrementi volumetrici. Un atto che rischia di smontare l’impianto di tutele paesaggistico-ambientali contenute nel Piano paesaggistico regionale sardo approvato nel 2006».

«Se il piano – aggiungono Legambiente, Wwf e Fai – fosse approvato, siamo pronti a chiedere al governo l’impugnazione di fronte alla Corte costituzionale e a fare ricorso alla Commissione europea perché attivi una procedura di infrazione», annunciano le associazioni ambientaliste, ricordando che «se in passato la Sardegna è stata la prima regione in Italia a dotarsi di un piano di tutela, oggi invece il paesaggio sardo, costiero e interno, è in grave pericolo.

Edificazioni a pioggia e incrementi volumetrici indiscriminati minacciano il territorio regionale e la natura della Sardegna, che possiede il più ricco e vario patrimonio di biodiversità in Europa». «Il progetto di legge intitolato “Piano casa” presentato dalla giunta Solinas prevede un’indiscriminata colata di cemento – incalzano gli ambientalisti – Il testo consente l’edificazione a pioggia nelle zone rurali e naturali (anche di pregio) e incrementi volumetrici fino al 50 per cento per le strutture turistico ricettive lungo la fascia costiera tutelata dal Piano paesaggistico regionale perfino nei 300 metri dal mare». Su questi ultimi, per la verità, gli annunci di modifiche correttive al ribasso fatti pochi giorni fa dal presidente della Regione sembrano delineare un parziale passo indietro.

Ma nella maggioranza di centrodestra le resistenze allo stop sono molto forti. E non è detto che non ci si trovi di fronte a un gioco delle parti. «In ogni caso – dicono gli ambientalisti – nel Piano casa ci sono altre cose inaccettabili, come la riapertura delle lottizzazioni convenzionate in zone F (turistica), l’utilizzo edilizio residenziale di seminterrati e pilotis, la permanenza in spiaggia di strutture per la balneazione durante tutto l’anno».

Attacca anche l’opposizione alla giunta, centrosinistra e M5S. «Il Piano casa di Solinas – dice Massimo Zedda a nome di Pd, Progressisti e Leu – presenta evidenti elementi di incostituzionalità. Bene fanno gli ambientalisti a chiedere che il governo lo impugni. Altrettanto faremo noi. Attenzione però. L’impugnazione non eviterà che si apra uno spazio temporale tra l’approvazione della legge e la sentenza della Corte costituzionale e che in quel lasso di tempo vengano presentati progetti, ottenute autorizzazioni e avviata la cementificazione.

Un disastro ambientale annunciato, contro il quale ci opporremo». «Il presidente Solinas – aggiunge Mario Perantoni, presidente della commissione giustizia di Montecitorio e deputato sardo M5S – negli ultimi giorni ha tentato goffamente di venire incontro alle proteste, ma il Piano casa è inemendabile. Verrebbero comunque consentiti pesantissimi interventi di edificazione e quindi di cementificazione nell’agro, dove verrebbe ridotta a un ettaro la superficie minima consentita, con conseguenti rischi di lottizzazioni selvagge. Riteniamo perciò che la strada del ritiro totale del Piano sia l’unica soluzione accettabile».