Oggi è venuto a trovarci questo signore con uno strumento musicale. Durante la commemorazione di Ponte Cantone, oltre a leggere ad alta voce, canteremo tre canzoni. Lui si è offerto di accompagnarci con la sua fisarmonica mentre noi cantiamo. Abita qui a Calerno. Lo conoscete? «Io sì, è Guido Donelli. Ciao Guido». «Io lo conosco perché è il commercialista di mia mamma». «Io una volta l’avevo visto suonare. In una fiera». «Suona la fisarmonica».

Sapete cosa è una fisarmonica? Come funziona? «È uno strumento che tu, facendo un gesto e schiacciando i tasti, puoi regolare la musica». «Per fare la musica bisogna schiacciare i tasti con le dita». «Per me la fisarmonica suona perché forse dentro c’è una manovella». «Ma no! Se schiacci i tasti e basta non suona». «Forse devi suonarne tanti contemporaneamente, di tasti». «Ma no, devi tirare avanti e indietro la fisarmonica». «Forse dentro la fisarmonica c’è una molla?». «No, c’è l’aria». «La fisarmonica è come una specie di armonica che funziona con l’aria dentro. Prima di schiacciare devi prendere aria come noi con la voce». «Tira dentro l’aria quando lui la allarga. E la butta fuori quando la stringe. E se schiaccia i tasti fa i suoni».

È così, Guido? «Esattamente, bambini. Questa sacca che tiene dentro l’aria si chiama mantice. Quello che io allargo e stringo. Come la nostra cassa toracica. Se io allargo e stringo il mantice senza schiacciare i tasti, si può sentire il respiro della fisarmonica. Ascoltate. Quando allargo è come quando noi ispiriamo, quando lo stringo è come quando noi espiriamo. E quando la buttiamo fuori possiamo fare dei suoni con la voce. Allo stesso modo, quando la fisarmonica butta fuori l’aria che c’è dentro al mantice, se io schiaccio i tasti, saltano fuori i suoni».

(Guido suona un po’ la fisarmonica, fa una scala, intona alcune canzoni…)

«I suoni sono bellissimi». «Io ho sentito che subito hai fatto una scala di note che andavano prima avanti e poi indietro». «Io ho notato che quando suoni i tasti di sinistra il suono diventa più forte. Più bello. Come tante trombe. Insomma, ci sono più suoni. Quando invece suoni quelli di destra si sente solo un suono, non tanti. Come un’armonia».

Esatto, bambini. Questo è il canto e questo è l’accompagnamento.

«Chi ti ha insegnato a suonare questa fisarmonica così grande? È tua?». «Grande? È piccola. Ce ne sono di più grandi. L’ho comprata quando facevo la quarta elementare. Proprio qui dove la state facendo voi adesso. Trent’anni fa. Ma non ho avuto maestri. Non ho studiato al Conservatorio. Non sono un professionista. Mi sono arrangiato. Ho imparato da un amico. Poi ho studiato da solo. Adesso vi suono una musica russa che poi è diventata l’inno dei partigiani del nord dell’Italia: guardiamo se la conoscete?». (Guido suona) «Io la conosco: Fischia il vento e infuria la bufera». «A me piace perché quando suoni ti con la testa appoggiata sulla fisarmonica e gli occhi chiusi e sembrava che la culli, la fisarmonica». «È vero. Fai un movimento con la fisarmonica, una specie di onda, si muoveva sulla sedia, per fare l’aria». A me questa canzone trasmette allegria e anche dei ricordi. (Guido suona) Questi sono dei valzer della musica del liscio. Del ballo liscio. (Guido suona) «Questa è Bella ciao!». Bravo. «Quando suoni sembra che ci parli, con la fisarmonica». «Io ho visto che quando non riesci a trovare subito la nota, tu ci provi a schiacciare finché non trovi il tasto giusto, la nota giusta».

Per me ci vuole molto impegno a suonare così bene la fisarmonica. «Anche a me saper suonare come te».