Per Erdogan, che tiene in carcere 150 tra giornalisti e scrittori tra cui Ahmet Altan, condannato all’ergastolo, l’omicidio di Jamal Khashoggi ieri è stata una buona opportunità per mettersi il doppiopetto della rispettabilità, fare qualche favore agli Usa, mostrarsi fermo ma non del tutto maligno con i Saud e riproporsi come un leader del mondo musulmano sunnita nonostante le sconfitte in Siria e dei Fratelli Musulmani, detestati a Riad. Erdogan vuole mettere sotto processo gli agenti sauditi in Turchia: l’arma del ricatto ai Saud si fa ancora più affilata. Il caso Khashoggi questo è diventato: un intricato ricatto internazionale. Chi...