Ne Le vergini delle rocce (1895) Gabriele d’Annunzio fa dire a Claudio Cantelmo: «Per tali modi, a ogni momento, le concordanze delle cose ponevano il mio spirito in uno stato ideale, porgendo esse una materia armonica alla mia sensibilità e alla mia imaginazione». Cantelmo poi continua e precisa: «assisteva in me medesimo alla continua genesi d’una vita superiore in cui tutte le apparenze si trasfiguravano come nella virtù di un magico specchio». Ne Il Fuoco (1900) questa dichiarazione è attribuita a Stelio Effrena. Stelio che è «giunto a compiere in sé stesso l’intimo connubio dell’arte con la vita e a...