Al cohousing il carnevale di Ivrea appassiona sempre più. Lola questa sera racconta quello appena terminato, 2024. Per lei la protagonista del Carnevale è la Mugnaia. Questa figura, impersonata ogni anno da una cittadina diversa, si ispira alla leggenda medioevale di Violetta, figlia di mugnaio. Secondo la tradizione, Violetta avrebbe dovuto sottostare allo «ius primae noctis», imposto dal sovrano, che oltre a vessare il popolo con pesanti tasse, pretendeva di trascorrere la prima notte di nozze con tutte le giovani appena sposate. Violetta si oppone con coraggio. Salita al castello con un pugnale, mozza la testa del tiranno e la mostra al popolo intero, dando inizio alla rivolta popolare, rappresentata, nel carnevale, dalla spettacolare «Battaglia delle arance». Il passaggio della Mugnaia con il corteo è per Lola commovente: vestita di bianco sul carro dorato, la mantella di ermellino, la fascia verde con la coccarda rossa con i simboli del carnevale. In testa il rosso berretto frigio, icona rivoluzionaria. Lola riporta le parole della mugnaia di quest’anno: «Rappresento tutte le donne e la loro lotta per la libertà» portando l’attualità del tema della violenza sulle donne.

Smirna propone le riflessioni dello psicoanalista Massimo Recalcati scritte nel libro: «A pugni chiusi». L’esercizio della violenza è sempre alternativa a quello della parola. La violenza sulla donna distrugge la parola, come condizione essenziale del rapporto tra i sessi. La Legge della Parola che non è scritta, è fondamento etico per le relazioni e senza questa l’amore è impossibile. È centrale nella battaglia contro la violenza di genere che è culturale, superamento della cultura patriarcale in cui l’uomo fatica a riconoscere libertà e alterità della donna il cui destino è visto solo come madre, sacrificata ai figli ed alla famiglia. Recalcati riprende i concetti di Lacan sul godimento maschile centrato sul controllo e l’appropriazione dell’oggetto. Quando l’uomo, di fronte al fallimento amoroso, anziché misurarsi rispetto a proprie responsabilità e difficoltà, perseguita l’altro con varie forme di violenza sino all’omicidio o al suicidio, questo significa che quel legame non è basato sull’amore, ma, come dice Recalcati, su «protezione fobica», rispetto all’angoscia della solitudine.

Il narcisismo estremo, e il sentimento depressivo che fanno dire: «il mondo finisce con la mia vita»: «…senza di te io non sono niente», rivendicano un diritto di proprietà di vita e morte sul partner, che è profanazione dell’amore. Nella casa segue silenzio e qualcuno abbozza: – si…però… Smirna ribatte: – Il Carnevale comunque, senza ma né però, celebra una cosa straordinaria che Recalcati descrive bene con esempi di storia contemporanea: «l’appello all’ emancipazione femminile dalla gabbia del patriarcato coincide con l’appello alla democrazia contro la tirannide». Ce la faremo?