I cambiamenti climatici stanno favorendo la diffusione delle malattie infettive. Virus e batteri trovano condizioni favorevoli per insediarsi in nuovi ambienti e colonizzare aree del pianeta in cui la loro presenza era sconosciuta. Il riscaldamento del pianeta è una condizione che consente agli agenti patogeni di trovare ospitalità in ambienti che prima erano inospitali. La crisi climatica costringe milioni di esseri umani a migrare da un’area all’altra del pianeta, ma migrano anche virus e batteri, portati da uccelli e insetti che fanno da vettori. Stiamo assistendo a fenomeni fortemente correlati: migrazioni di animali verso nuovi territori e adattamento nelle nuove aree, adattamento di virus e batteri alle nuove condizioni ambientali, diffusione dei patogeni nei territori colonizzati.

L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE della Sanità (Oms), all’inizio degli anni ’90, aveva lanciato l’allarme sugli effetti che i cambiamenti climatici possono avere sulla trasmissione di malattie infettive. Oggi sappiamo che l’aumento di 1°C della temperatura media del pianeta è sufficiente a modificare non solo il comportamento di virus, batteri, protozoi, ma anche le modalità di diffusione delle epidemie. L’aumento della temperatura, accompagnata da una variazione nella frequenza e intensità delle precipitazioni, sta determinando una diversa distribuzione degli insetti, i principali responsabili nella trasmissione di malattie infettive.

ZANZARE, PULCI, PIDOCCHI, PAPPATACI e zecche colonizzano nuove aree e portano nuovi patogeni. La temperatura corporea degli insetti e degli altri artropodi dipende da quella dell’ambiente e, di conseguenza, una temperatura ambientale più elevata favorisce l’adattamento nelle nuove aree di distribuzione, riduce la durata del ciclo di sviluppo, porta all’allungamento del periodo riproduttivo, aumenta la durata delle stagioni favorevoli alla trasmissione di virus e batteri. L’insediamento di insetti in nuovi territori è facilitato anche dalla assenza di predatori naturali in grado di contenere la loro espansione. Sono meccanismi complessi che si fa fatica a comprendere sia per la velocità con cui il cambiamento climatico si sta manifestando che per la rapidità con cui si evolvono i rapporti tra organismi e ambiente.

IL CLIMA NON È IL SOLO FATTORE A FAVORIRE la diffusione delle epidemie. Anche le condizioni socio-ambientali e la gestione del territorio hanno una notevole incidenza, ma i cambiamenti climatici rappresentano il più importante acceleratore dei processi in atto. Sono le zanzare gli insetti più difficili da controllare e i principali responsabili della diffusione di agenti patogeni che causano ogni anno nel mondo circa 700 mila morti per malaria, dengue, febbre gialla. Dalle aree tropicali e sub-tropicali sono arrivati nelle zone temperate, trasportati da insetti esotici, i virus responsabili della febbre del Nilo, Zika, Chikungunya.

IL VIRUS ZIKA, AD ESEMPIO, portato dalla zanzara Aedes e individuato nell’Africa equatoriale nel 1947, è attualmente presente in più di 70 paesi. La zanzara Anopheles, responsabile della malaria, ha fatto la sua ricomparsa in zone temperate del pianeta da cui era scomparsa a metà del ‘900. Sono almeno cinque le specie di zanzare esotiche che si sono insediate in Italia ed Europa negli ultimi 20 anni. La zanzara tigre è quella più aggressiva per l’uomo ed è responsabile dell’epidemia di Chikungunya che ha colpito centinaia di persone nell’area del delta del Po. Gli studi sulla febbre del Nilo, causata dal virus West Nile, originario dell’Uganda e diffuso dalle comuni zanzare della specie Culex, hanno mostrato che questa infezione si manifesta e si propaga dopo l’arrivo di ondate di calore. Anche molte specie di uccelli migratori ospitano il virus West Nile e i cambiamenti climatici stanno modificando le loro abitudini: arrivano in anticipo alle nostre latitudini e si spingono sempre più verso nord, ampliando l’area di diffusione del virus.

NEL 2018 SI SONO REGISTRATI IN EUROPA 1500 casi di febbre del Nilo, di cui 500 in Italia. E sono sempre i cambiamenti climatici a favorire l’arrivo nei boschi europei di nuove specie di zecche che attaccano molte specie di animali selvatici. La malattia di Lyme, una malattia batterica originaria dell’Uganda e che causa gravi encefaliti, è arrivata in Europa portata dalle zecche che la trasmettono all’uomo e agli animali ed è diventata endemica nelle regioni del nord Italia. Un altro preoccupante elemento sta emergendo come conseguenza dei cambiamenti climatici: uno studio effettuato negli Usa e in 30 paesi europei, pubblicato sulla rivista Nature, ha dimostrato che il riscaldamento globale sta favorendo un aumento della resistenza agli antibiotici di molte categorie di batteri. Questa relazione tra aumento della temperatura media del pianeta e l’antibiotico-resistenza, che per l’OMS rappresenta «una delle principali minacce alla salute globale», è stata anche dimostrata da uno studio dei ricercatori dell’Università di Gottingen, in Germania. Anche le piante, come gli animali, a causa dei cambiamenti climatici, stanno subendo l’assalto di nuovi agenti patogeni provenienti da altre zone.
SONO SEMPRE GLI INSETTI I PRINCIPALI vettori di batteri, virus e funghi. Le temperature più elevate favoriscono una più rapida riproduzione dei parassiti, mentre gli inverni più miti stanno allungando il periodo di sopravvivenza dei patogeni. E molte specie vegetali non sono in grado di difendersi dai nuovi invasori. In questi ultimi anni sono arrivati in Europa la Xilella che ha attaccato gli ulivi, il punteruolo rosso le palme, la vespa cinese il castagno, la cimice asiatica gli alberi da frutto e gli ortaggi. Le piante manifestano una minor resistenza anche a causa degli stress idrici dovuti alle temperature più elevate. Si sta verificando un duplice fenomeno: molte specie vegetali si adattano a latitudini superiori, dove devono fare i conti con nuovi patogeni, mentre altre varietà di virus, batteri e funghi, provenienti da zone più calde del pianeta, migrano nelle zone temperate attaccando le specie vegetali presenti. Se analizziamo la storia della Terra si vede che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, con una distribuzione dei vegetali che si è modificata nel corso del tempo e con nuovi equilibri tra le piante e gli agenti patogeni. Il problema attuale è la velocità con cui i cambiamenti climatici stanno avvenendo e le cause che li stanno determinando.

LE NUOVE CONDIZIONI DI TEMPERATURA e piovosità stanno favorendo cambiamenti genetici nei patogeni, con la formazione di nuove varietà che mostrano una capacità più elevata di infettare le piante. Molti virus e batteri attaccano specie vegetali che avevano mostrato in passato una elevata resistenza. Le piante non hanno un sistema immunitario e non producono anticorpi e quando virus e batteri penetrano nelle cellule vegetali vengono alterati tutti i processi e le attività della pianta. I cambiamenti climatici stanno favorendo, inoltre, la moltiplicazione di insetti che, pur non portando batteri e virus, manifestano una elevata capacità distruttiva.
IN QUESTE SETTIMANE SI STA REGISTRANDO nell’Africa orientale la più devastante invasione di cavallette degli ultimi decenni. In Etiopia, Kenya e Somalia, i paesi più colpiti, decine di migliaia di ettari di coltivazioni e pascoli sono stati distrutti, con conseguenze drammatiche per le popolazioni che già vivono in uno stato di insicurezza alimentare. La capacità distruttiva delle locuste è talmente elevata che uno sciame di un chilometro quadrato, formato da 35-40 milioni di individui, può distruggere in un solo giorno la stessa quantità di cibo consumato da 35 mila persone. Si calcola che nelle aree dell’invasione ci sia la presenza di un numero di cavallette compreso tra i 100 e i 200 miliardi. Il direttore per le emergenze della Fao, Dominique Burgeon, ha dichiarato che «siamo di fronte a un’altra dimensione dell’emergenza climatica».