Gli ultimi due romanzi di Marco Franzoso, Il bambino indaco in particolare, ma anche Gli invincibili (entrambi pubblicati per Einaudi), hanno indicato un percorso inedito per il narratore veneziano, un salto in parte ancora sospeso all’interno delle dinamiche famigliari. Un discorso intimo e pubblico tutto italiano che nel suo ultimo poderoso lavoro, Mi piace camminare sui tetti (Rizzoli, pp. 348, euro 19) sembra risolversi con un taglio che per certi versi ribalta la retorica famigliare denunciandone sì i soffocanti confini, ma liberandola – finalmente – di quell’ottundimento tutto novecentesco che poco rilievo e forma ha oggi nella società italiana. La...