Il principio è sempre quello: non accettare caramelle dagli sconosciuti. Anche se si tratta di una Flying V rosso fiammante come quella che suonava Rudolf Schenker degli Scorpions o saltuariamente imbracciata da Kirk Hammett dei Metallica. Intrecciando vari filoni horror in ordine sparso – la casa infestata, la possessione satanica, il serial killer discendente lontano di The Shape, il metal e la campagna texana – Sean Byrne confeziona un piacevole, ancorché prevedibile film che, lungo i suoi 79 minuti di durata riesce a non annoiare pur limitandosi a riorganizzare elementi noti.

LA VICENDA segue una famiglia che decide di comprare una casa nella quale sono stati commessi degli omicidi efferati. Lui, Ethan, è un pittore con la passione per il metal più tosto trasmessa con entusiasmo alla figlia Zooey mentre Astrid, la moglie e madre, supervisiona il tranquillo tran tran della famigliola. I problemi ovviamente iniziano quando anche Ethan inizia a sentire le voci che attraversano la casa e inizia a dipingere un quadro inquietante nel quale bambini innocenti sono avvolti dalle fiamme dell’inferno. Nel frattempo l’omicida – che per qualche ragione gira ancora piede libero – vorrebbe ritornare ad abitare nella casa dove ha commesso i delitti. Satana, ovviamente, quando si presenta, sussurra con un growl che evoca i più lugubri vocalist death e doom.

Dati gli elementi in gioco, Byrne ci mette poco a innescare la resa dei conti finale che, ovviamente, celebra la resistenza della famiglia contro le forze del male. Come un b-movie d’altri tempi, il film riesce a valorizzare bene spazi e ambienti affidandosi soprattutto a un ottimo sound design che permette al regista di evitare di indugiare sugli elementi più grafici del racconto. L’aspetto di maggiore curiosità del film riguarda senza altro la partecipazione dei Sunn O))) alla composizione di una parte delle musiche del film (omaggiati fra l’altro dalla magnifica t-shirt che indossa Ethan). Esponenti supremi del drone più estremo e colto, con questa partecipazione sembrano come volere abbracciare una parte del mainstream che sinora è sempre sfuggita loro.

FRA LE ALTRE band che compongono la scuderia del film, non potevano mancare gli Slayer e i Metallica, ma l’orecchio allenato non mancherà di riconoscere i Pantera e i Cavalera Conspiracy. Infine menzione d’onore per Pruit Taylor Vince, che interpreta un serial killer quasi silenzioso ma non per questo meno inquietante e disturbante, che indossa una tuta arancione come se fosse una maschera da hockey. Il merito dell’aspetto più perturbante e disturbante del film è dovuto a lui, attore in grado di giocare con un ruolo che altri avrebbero rifiutato per timore di «rovinarsi l’immagine».

La Koch Media si conferma ancora una volta la distribuzione più attenta in Italia all’horror indipendente. The Devil’s Candy (in sala il 7 settembre) è una favola nera in chiave metal che rischia di piacere anche a chi non ne vuole sapere di chitarroni fracassoni e assassini seriali che non vogliono saperne di stare senza fare niente.