Il 15 aprile cadranno i 30 anni dal disastro dell’Hillsborough, quando 96 tifosi del Liverpool morirono schiacciati sulle gradinate dello stadio dello Sheffield Wednesday durante una semifinale di Coppa d’Inghilterra contro il Nottingham Forest.
Un evento tragico che ha cambiato per sempre il football britannico e che ha costituito uno dei più grandi tentativi di insabbiamento della storia del Regno Unito.
ATTACCO
ALLA WORKING CLASS
Come sostiene il giornalista Adrian Tempany nel suo libro And The Sun Shines Now i fatti di quel pomeriggio dell’inizio primavera del 1989 sono l’ennesima testimonianza dell’attacco incondizionato di Margaret Thatcher e dei suoi accoliti alla working class d’oltre Manica. Le prime inchieste e i primi processi di fatto accollarono la colpa di quanto accaduto ai tifosi, criminalizzandoli in tutti i modi. Solo cinque anni fa verdetti precedenti sono stati cancellati da una sentenza dell’Alta Corte di Londra a seguito del rapporto della commissione indipendente sull’Hillsborough presieduta dal vescovo di Liverpool, James Jones. Un rapporto che ha costretto il primo ministro britannico David Cameron a chiedere scusa alle famiglie dei tifosi del Liverpool scomparsi quel maledetto pomeriggio, che si erano sempre sentite dire che le morti dei loro cari erano avvenute per cause accidentali.

CATTIVA GESTIONE
Il nuovo processo ha certificato quanto un Paese intero oramai sapeva da tempo: l’incidente fu causato da una cattiva gestione dell’ordine pubblico e dei soccorsi all’interno dell’impianto da parte della polizia, degli altri servizi di sicurezza e delle autorità locali, che poi si adoperarono per addossare la colpa di quanto accaduto ai supporter. Non vanno inoltre tralasciate le malefatte dei dirigenti dello Sheffield Wednesday, il cui stadio aveva il certificato di idoneità scaduto da dieci anni.

LAVORI IN CORSO
Tempany, che all’Hillsborough c’era e si salvò per miracolo, nel suo ottimo libro (purtroppo non ancora tradotto in italiano) ritorna sui fatti di quella terribile giornata. Fin dal mattino l’autostrada M62 era un’unica lunga fila di macchine, il traffico era congestionato a causa di una serie di lavori in corso, per cui l’arrivo a Sheffield per moltissimi tifosi avvenne più tardi del previsto. In tanti allora si accalcarono a ridosso delle entrate dell’Hillsborough Stadium, mentre il servizio d’ordine latitava. Come se non bastasse, per accedere alla Leppings Lane, la gradinata destinata ai supporter dei Reds, c’erano solo sette tornelli.
In via del tutto ipotetica quel settore di Hillsborough avrebbe potuto contenere fino a 10mila tifosi, sebbene la suddivisione in sette spicchi recintati, voluta anni prima dalla polizia per controllare meglio i flussi della folla, avesse ridotto la capienza, contribuendo a creare delle specie di lugubri e gigantesche gabbie. Tuttavia questo elemento, allorché furono venduti i biglietti, non fu preso in considerazione.
La gradinata iniziò a ingrossarsi come un fiume in piena, ma colpevolmente nessuno pensò a convogliare i tifosi lì dove c’era maggiore spazio e disponibilità di posti. Man mano che passavano i minuti in tanti finirono per essere schiacciati contro la rete di protezione. La trappola mortale era scattata. Nonostante la situazione già fuori controllo, le forze dell’ordine non trovarono niente di meglio da fare che chiudere una porticina che dava un minimo di accesso al campo, aperta in qualche modo da alcuni tifosi.
I poliziotti erano accecati dalla paura degli hooligan e inizialmente spinsero indietro i gruppetti di fan del Liverpool che erano riusciti a salvarsi entrando sul terreno di gioco, a partita iniziata da una manciata di minuti. Solo in un secondo momento un agente si rese conto dell’immane tragedia che si stava consumando davanti ai suoi occhi e facilitò l’ingresso in campo di decine di disperati, il cui intento era tutt’altro che bellicoso. Cercavano solo di salvarsi la vita. Qualcuno fu tirato su a braccia verso il secondo piano della Leppings Lane, evitando il peggio. Molti non ce la fecero, morendo soffocati in un magma infernale di corpi.

FALSIFICAZIONI
L’indagine indipendente ha accertato che se si fosse intervenuti in maniera più tempestiva forse potevano essere salvate 41 vite. Per celare la realtà dei fatti, quel giorno fu eseguita una sistematica alterazione dei verbali redatti dal personale addetto alle ambulanze e dagli agenti in servizio (si parla di ben 160 documenti falsificati). Furono cambiate ore, testimonianze, sparirono nastri delle telecamere dello stadio, insomma si fece di tutto per coprire quanto accaduto, tanto che pochi minuti dopo il dramma i vertici della polizia del South Yorkshire e il deputato conservatore Irvine Patnick erano già impegnati a far trapelare alle agenzie di stampa locali la notizia che erano stati i tifosi del Liverpool a provocare il disastro, vuoi perché ubriachi e violenti, vuoi perché in tanti erano entrati nel settore nonostante non disponessero dei biglietti. Nulla di più lontano dalla realtà, ma la news fu lo stesso subito ripresa dal tabloid The Sun con l’ormai tristemente celebre titolo di prima pagina «The Truth». Una verità falsa, mentre invece è verissimo che l’Hillsborough fu usato per trasformare un passatempo popolare e accessibile a tutti in un prodotto televisivo esclusivo ed escludente. Le indicazioni contenute nel Taylor Report (il rapporto indipendente redatto subito dopo la tragedia) riguardo all’ammodernamento degli stadi tornarono molto utili per trasformare le arene in «teatri» che attirano «clienti», fruitori di uno «spettacolo», e non più tifosi di tutte le fasce sociali. Cancellate le mitiche gradinate – ora nelle due massime divisioni inglesi si può vedere la partita solo seduti sui seggiolini – e alzati a dismisura il prezzo dei biglietti si minò la possibilità di tanti esponenti della classe operaia di poter seguire dal vivo le loro squadre. E senza la Premier, formata solo tre anni dopo Hillsborough, Sky forse non sarebbe la potenza mondiale che è attualmente.