La cosa che mi colpì maggiormente nella mia ultima visita del Kazakistan due anni fa fu l’assoluto senso di esasperazione (fra tutte le categorie sociali) nei confronti di una mafia politica parassitaria e sovente senza ritegno nella sperequazione delle risorse pubbliche. Con l’ulteriore impoverimento causato dalle restrizioni pandemiche, la massa critica per l’esplosione di rabbia proletaria osservata questa settimana era pronta ad attivarsi. Se quest’ultima non doveva stupire più di tanto – sono la povertà, le diseguaglianze l’oppressione subita la vera ragione della protesta di massa – rimane che nel definire gli equilibri di un paese strategico quale il Kazakistan...